Ville de Nice

Jazzin'Nice - 70 anni di amore per il Jazz a Nizza

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Fino al 15 ottobre è ancora visitabile al Musée Masséna di Nizza l'esposizione dedicata ai 70 anni del Nice Jazz Festival, la rassegna di musica Jazz che forse non tutti sanno essere stata la prima d'Europa.

Il legame della musica Jazz con questa città affonda le sue radici proprio ai primordi del genere e della sua diffusione oltre i confini degli Stati Uniti.
Nel 1918 la città di Nizza fu scelta come centro di convalescenza e riposo per i militari americani sbarcati in Francia. È con loro che arriva all'inizio in città questa musica completamente nuova. Negli anni successivi la musica afroamericana si diffonde a Parigi sotto forma di musica da ballo dai ritmi rivoluzionari ma è sul Mediterraneo che con lo sviluppo del turismo trova i fattori più favorevoli al suo successo diffondendosi nei luoghi di divertimento e di spettacolo. Gli stessi artisti statunitensi scegliendo la Riviera come meta turistica contribuiscono a creare un fermento speciale attorno a questo genere e favoriscono la crescita di nuovi talenti. Il Negresco, il Ruhl, il Savoy, il Palais de la Méditerranée, assieme ai casinò, ai dancing e ai cinema diventano i luoghi di diffusione del Jazz.
La prestazione di un giovane Louis Armstrong nel 1935 al Casino Municipal rivela l’elaborazione di uno stile che lascia ormai sempre più spazio all’improvvisazione e al solista.
Sin dagli esordi la musica Jazz ha affascinato i giovani nizzardi, dando nascita anche ad alcune vocazioni, come nel caso del sassofonista Barney Wilen e il trombettista Aimé Barelli, che oltre ad avere delle eccellenti carriere internazionali hanno contribuito anche a diffondere, alla fine degli anni ’70, la musica Jazz nella regione.

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Josephine Baker davanti al casino della Jetée (1934)


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V-Discs abbreviazione per Victory Discs: dischi registrati a partire dal 1943 destinati ai soldati americani al fronte. Erano dei 78 giri di 30 cm dal repertorio molto vario, canzoni, jazz, musica classica. Furono pubblicati fino al 1948, in totale 905 dischi inviati in 4 milioni di esemplari sui vari fronti. In teoria non avrebbero dovuto essere commercializzati e avrebbero dovuto essere tutti distrutti.


La data cardine della storia del Jazz a Nizza è il 1948: al 22 al 28 febbraio vi ha luogo infatti il primo Festival del Jazz al mondo. Quello stesso anno i francesi scoprono la musica bop. Questo periodo, assai fecondo per la musica jazz vede confrontarsi due tendenze stilistiche, una specie di querelle tra i sostenitori di un Jazz classico e i partigiani di un Jazz evolutivo.

È in questo clima che ha luogo a Nizza, come evento di chiusura del Carnevale il primo Festival internazionale di Jazz.

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L’assenza di rappresentanti della nuova corrente bop rivela la scelta di privilegiare il “vecchio stile” e illustra come questa frattura andrà sempre più amplificandosi.

Il Festival, legato in seguito alla location collinare delle Arènes de Cimiez, ha visto in realtà la luce nei locali eleganti dell’Opéra de Nice, sotto la volta vetrata del Casino Municipal di Pace Masséna e il pubblico vi associava la danza.
La Nuit de Nice, la serata conclusiva di questo primo festival:

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La presenza di Louis Armstrong con le sue All Stars suscita l’entusiasmo del pubblico e la serata finale al Negresco in presenza di Stephane Grappelli e di Django Reinhardt, del balletto dell’Opéra de Nice e anche di un giovane Yves Montand termina all’alba. La leggenda vuole che Louis Armstrong rientrasse negli USA con lo spartito di una canzone che lo aveva affascinato: “C’est si bon!”, scritta dal nizzardo Henri Betti e interpretata quella sera da Suzy Delair. Armstrong la registrò nel 1950 facendone un successo planetario.


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Dopo un periodo di interruzione di 23 anni l'esperienza viene rinnovata nel 1971 al Théâtre de Verdure prima di prendere il suo slancio definitivo nel 1974.

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La programmazione testimonia da subito la qualità delle scelte musicali: dopo che Ella Fitzgerald ha reso omaggio a Louis Armstrong nel 1971, l’edizione successiva vede la presenza di maestri del bop Dizzy Gillespie e Max Roach, Charlie Mingus e il giovane Herbie Hancock.
Il 1974 è anche l'anno della nascita della Jazz Parade, una formidabile festa del Jazz: più di 30 orchestre, 250 musicisti si alternano su 3 scene per 21 ore di musica al giorno per più di una settimana.

Parate e animazioni nelle vie della città con jam sessions e omaggi ai grandi del jazz.

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L’anfiteatro di Cimiez ospita inizialmente il jazz della tradizione, ma le edizioni successive vedranno diversificare la programmazione e si vede apparire il blues, il rhythm and blues, il neo bop, il jazz fusion , il latin jazz. L’eclettismo degli organizzatori favorisce la presenza di musicisti appartenenti a generazioni diverse.
Nel 1994 la rassegna prende definitivamente il nome di Nice Jazz Festival. Conservando la formula dei concerti simultanei su tre palchi il festival  si apre in seguito a correnti musicali diverse.

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Untitled, Arman, 1983.

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Nel 2011 la città di Nizza con l’intenzione di dare al Festival una fama internazionale, attraverso una programmazione di gran qualità e un nuovo luogo adatto allo spettacolo sposterà le esibizioni sulle scene del Théâtre de Verdure e del Jardin Albert 1er.


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L'esposizione ricchissima di foto, documenti, strumenti musicali e racconti di luoghi ed eventi è accompagnata da una colonna sonora che ripercorre a partire dagli esordi fino ai giorni nostri il legame tra i grandi maestri del Jazz con la città di Nizza:


Josephine Baker - Lonesome love sick blues 1927
Sam Wooding & his orchestra - Breakaway 1929
Louis Armstrong - St. Louis blues 1934
Django Reihardt & Quintette du Hot Club de France ft Freddy Taylor - Georgia on my mind  1936
Quartette de Thomas et des Merry boys - Celesta ft  Marcel Bianchi 1946
Aimé Barelli et son orchestre - Riviera 1941
Blossom Dearie - The Riviera 1957
Armand Molinetti & son rocking Quintette - Bambino 1956
Coleman Hawkings/Manny Albam & his orchestra - La mer (beyond the sea) 1956
Jerry Mengo et sa grande formation - Dans le bleu du ciel bleu 1958
Sidney Bechet - J’ai deux amours 1957
Louis Armstrong with SY Oliver’s orchestra - C’est si bon 1950
Miles Davis - Ascenseur pour l’échafaud 1957
Barney Wilen Un témoin dans la ville 1959
Michel Legrand - La Baie des Anges 1962
Stéphane Grappelli & Bucky Pizzarelli - I’ll remember april 1979
Mary Lou Williams - A Grand nite for swinging 1978
Chet Baker - Dear Old Stockholm 1975
Miles Davis - Portia 1986
Sylvain Luc Trio Sud - Mojo 1999
Louis Winsberg Douce France Trio - Le Sud 2006
Richard Galliano - Nice Blues 2016
Vincent Peirani Trio - Waltz for JP 2012
André Ceccarelli - Armstrong 2013
Rodolphe Raffalli - Méditerranée 2009
Paris Jazz Big Band - Carnaval 2012
Nice Jazz Orchestra - Grande Parade boogaloo 2011




Dolby Cinema a Nizza - Inaugurazione Cinema Pathé Gare du Sud

Dopo tre settimane di lavori è stato inaugurato questa sera il multiplex Pathé di Nizza, situato alla Gare du Sud, zona in fase di grande valorizzazione, che comprenderà a fine lavori nuovi spazi per mostre ed esposizioni, oltre ad aree commerciali e residenziali.

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Il nuovo Cinema Pathé comprende 9 sale, di cui una attrezzata con l'eccezionale tecnologia Dolby Cinema, una delle poche sale già realizzate in Francia e la prima al Sud.


Questo tipo di sale sono concepite per far sì che la visione di un film diventi un'esperienza immersiva e di altissima qualità e infatti già all'ingresso della sala Dolby, in cui per l'appunto è avvenuta questa sera l'inaugurazione del Cinema, si è introdotti in uno spazio che si preannuncia speciale, attraverso il passaggio in un corridoio fatto di immagini e suoni avvolgenti. 

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La serata, introdotta dai discorsi del Presidente del gruppo Pathé-Gaumont Jerôme Seydou, dal rappresentante del sindaco di Nizza Philippe Pradal e da un responsabile della Dolby Julian Stanford, prevedeva la proiezione del film Larguées, una gradevole commedia francese tutta al femminile.

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La sala è dotata di 380 posti a sedere esclusivi: poltrone in pelle con poggiapiedi e sedile reclinabile, nere, come nero è tutto il rivestimento a parete e a pavimento, per far sì che la resa dell'eccezionale contrasto Dolby Vision sia ottimale.

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Lo schermo è di dimensioni notevoli (19,5 m), ma è soprattutto la tecnologia che è alla base della costruzione di questa sala a fare la differenza. Essa, spiegataci mirabilmente da Antonio, responsabile della sua realizzazione, merita un discorso approfondito.

Il Dolby Cinema è un'installazione di altissima qualità, che unisce le tecnologie Dolby Atmos (audio) e Dolby Vision (video).
Per quel che riguarda l'audio è necessaria forse una breve premessa, in modo che sia chiaro quanto quello che qui viene diffuso sia di qualità elevata.
L'audio multicanale (ovvero emesso da piu' altoparlanti, in modo da ricreare un'immagine sonora tridimensionale) esiste nel cinema fino dagli anni sessanta, ma con il passaggio al digitale ha fatto passi avanti incredibili. Dapprima con il "Dolby Digital", che prevedeva "cinque + 1" (5.1) canali, codificati sulla pellicola stessa. Si tratta in questo caso di un canale centrale, due laterali e due posteriori. Più uno, quello per  il subwoofer.
Il passaggio successivo è stato quello al  "sette +1", nel sistema SDDS: centrale, laterale destro intermedio, laterale destro, sinistro intermedio, sinistro, posteriori. 
In ogni caso il suono era inviato agli altoparlanti in modo univoco, indipendentemente dal fatto che la proiezione avvenisse in una piccola sala, in una media o in una enorme. Con Atmos Dolby fa un passo avanti logico: il suono viene descritto dal regista (o meglio dal tecnico del suono) in base alla sua provenienza spaziale effettiva, e non all'altoparlante a cui e' destinato. Sara' il software del cinema stesso a decidere quali altoparlanti attivare, in base alla tipologia della singola sala ed alla sua installazione. Questo ovviamente si aggiunge al fatto che il numero degli altoparlanti si moltiplica coprendo non solo le pareti ma anche il soffitto, per un'effetto ancora piu' immersivo.
Noi abbiamo avuto modo di vedere anche dietro lo schermo gli altoparlanti ed i woofer installati e constatare che decisamente Pathé ha investito molto in questa sala.

Dolby Vision riguarda invece l'immagine. Cosa rende l'immagine del cinema superiore a quella della TV, pur avendo un numero di pixel molto simile? Come nella fotografia, si tratta del contrasto, e del "gamut", ovvero della capacita' di riprodurre i colori in un ampio range dinamico.
Per raggiungere l'incredibile contrasto del Dolby Vision (1.000.000:1) vengono usati due proiettori Christie allineati, ciascuno dotato, anziche' di tradizionali lampade, di un fascio di luci laser capaci di proiettare immagine a 31 fL (pari a 108 nits). La differenza si fa ancora più sorprendente nel caso del 3D, dove la luminosità arriva a 14 fL (pari a 48 nit), al posto degli scarsi 4.5 fL nominali, in realtà poi raggiunti pure di rado. Inoltre lo schermo in questo caso è bianco, non c'è necessità del "silver" con l'orribile hotspot.
Abbiamo avuto la possibilità di vedere una demo tratta da "La Bella e la Bestia" in 3D e devo dire che l'effetto è stato davvero stupefacente.
Antonio non ha voluto svelarci i misteri di questi laser, ma sospettiamo che possano essere modulati singolarmente in modo da permettere, appunto, questo punto di nero sostanzialmente perfetto. In ogni caso, difficile capire l'impatto dell'installazione da una semplice descrizione: occorre proprio andare a vederlo.


Complimenti a Dolby e a Pathé per questa realizzazione proprio nel cuore di Nizza, in una zona ottimamente servita dal tram.
Un ringraziamento speciale ad Antonio. Felice che Nizza abbia da oggi una cosa bella che è anche un po' sua.
 
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Luci di Natale a Nizza - Noël 2017

Nizza quest'anno si è accesa per le feste di Natale prendendo come tema quello che sarà il filo conduttore del prossimo carnevale: lo spazio e la sua conquista.

Noël dans l'espace è il soggetto dei giochi di luce cui fa da schermo il grande albero stilizzato in fondo al miroir d'eau, delle proiezioni sulle facciate dei palazzi e delle decorazioni in forma di razzi di Place Masséna. 

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Il fulcro di tutte le animazioni restano il Miroir d'eau, con i suoi giochi di luce e d'acqua e i Giardini Albert 1er, in cui è stato allestito anche quest'anno il Villaggio di Natale.

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La Grande Roue domina come al solito su tutto

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E vedere Nizza dall'alto è sempre un bellissimo spettacolo

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Jean Gilletta et la Côte d'Azur - Esposizione al Musée Masséna

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Jean Gilletta, fotografo nizzardo attivo dalla seconda metà dell''800 è stato uno dei più importanti illustratori del paesaggio, della vita e delle tradizioni della Costa Azzurra.

Ad osservare le opere esposte nella mostra aperta fino al 5 marzo 2018 al Musée Masséna ci si rende conto che non c'è stato luogo della regione che egli non abbia immortalato, non festa o tradizione, non evento o manifestazione che non sia stata registrata dalla sua macchina fotografica.
Dal 1870 al 1830: sono 50 gli anni di paesaggi e reportages qui esposti attraverso un allestimento molto curato nelle luci, nella disposizione delle immagini e nella descrizione dei vari temi e momenti, che mirano anche a ricostruire la storia di Nizza e della sua regione a cavallo tra XIX e XX secolo.
L'installazione è fatta nell'ottica di una reinterpretazione delle immagini attraverso il loro ingrandimento e la colorizzazione, la riproduzione su supporti moderni, la composizione multipla valorizzata dalle luci e da fondali cromaticamente suggestivi, ricalcando in qualche modo l'operazione stessa che il grande fotografo nizzardo fece, mutatis mutandis, all'epoca.

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Nel1881 Jean Gilletta crea una casa di edizioni, ancora esistente e tra le più antiche di Francia.
Per diffondere il più possibile le immagini dei suoi scatti non si è limitato alla stampa tradizionale, ma ha optato subito, dalla sua creazione, per il supporto della cartolina postale. E' proprio questa che poi ha reso celebre il suo nome nel mondo assieme alla riproduzione dei suoi scatti nelle pubblicazioni turistiche.

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Se la Costa Azzurra è stata mitizzata come terra di viaggi e soggiorni paradisiaci a partire dal XIX secolo in poi, lo si deve anche a lui, alle migliaia di fotografie che egli fece e che hanno fatto il giro del mondo, spedite come cartoline in ogni dove.

Attraverso 5 tematiche principali (Nice capitale della villeggiatura , Nissa la Bella,  Per monti e per valli, Sotto l'azzurro, lungo la costa, L'attualità in immagini) si è accompagnati a seguire l'evoluzione dei soggetti rappresentati dalla fine del Secondo Impero fino a poco prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Sono presenti anche le fotografie che egli fece durante il suo apprendistato con W. de Bray e quelle del nipote, Louis Gilletta, che gli succedette alla guida dell'attività nel 1926.

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Una visita che merita davvero. Se conoscete Nizza e la sua regione al giorno d'oggi non potrete che apprezzare la visione dell'ampiezza del cambiamento che ha subito nell'ultimo secolo. Se non la conoscete sarà la bellezza delle composizoni e dell'arte quasi pittorca dei suoi scatti ad affascinarvi.

 


Breathe as One a Nizza - Giornata Mondiale dello Yoga, terza edizione

Per il terzo anno consecutivo Nizza ha celebrato la giornata mondiale dello yoga con un grande evento gratuito sulla collina del castello. La data esatta sarebbe stata il 21 giugno, quella del solstizio d'estate, data in cui il rituale saluto al sole acquisisce un significato tutto speciale, ma lo spostamento alla domenica successiva si è reso necessario per permettere alle tante persone venute apposta anche da centinaia di chilometri di distanza di partecipare a questo grande evento.
Già alle nove del mattino in molti erano istallati in attesa della prima lezione. Il caldo era già piuttosto forte, ma gli yoghi, si sa, sanno in genere fare abbastanza astrazione. 

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Come nel 2015 e nel 2016 la giornata è iniziata con una lezione collettiva di Vinyasa Yoga tenuta da Nico Luce. 

Profondo e carismatico come sempre, quest'anno, a differenza delle edizioni precedenti, non era tradotto, ma devo dire che essere guidati unicamente dalla sua voce, anche se in inglese, senza alcuna mediazione, è stato anche più intenso del solito.

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L'intenzione apre il corso, è la dedica che ognuno fa della sua pratica a qualcosa, a qualcuno. I movimenti si susseguono precisi fino a quando ti senti tutt'uno con quello che ti circonda e, appunto respiri come una cosa sola. L'esperienza si chiude infine con il ringraziamento a se stessi e al mondo per essersi riusciti a sposare in modo così armonioso gli uni con gli altri.

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Lo yoga è unione ed è quindi soprattutto un momento di condivisione, con i compagni di sempre e con quelli nuovi che continueranno forse a incrociare la nostra strada.

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La giornata prevedeva numerosi eventi e come al solito era presente sul posto un mercato con prodotti di abbigliamento per la pratica, bevande e alimenti biologici, stand di operatori del settore e di pratiche correlate a uno stile di vita "zen".

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Noi siamo saliti di nuovo alla collina solo in serata, per l'ultima lezione di yoga di Mika de Brito, che ci ha proposto un corso davvero sorprendente di vinyasa flow, con successioni molto fluide e dinamiche accompagnate da un humour davvero inaspettato. 

Purtroppo il vento fortissimo che si era alzato nel tardo pomeriggio ha fatto sì che grand parte delle installazioni fossero state smantellate, ma il corso, nonostante le difficoltà, ha potuto fortunatamente svolgersi e questa giornata dedicata allo yoga chiudersi così in modo perfetto. 

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Mamac - La nuit des musées 2017

Sabato 20 maggio per la tredicesima volta in Europa si è festeggiata la Notte dei Musei, che prevede non solo l'apertura serale e notturna dei più importanti musei, ma anche la programmazione di eventi e spettacoli che hanno i medesimi come palcoscenico speciale. In questo modo questi luoghi di esposizione e cultura posssono essere vissuti in modo diverso e vivo, accogliendo concerti, rappresentazioni, conferenze o incontri che più che una semplice apertura delle porte sono apertura della mente e del cuore.

Non sorprende che il programma della Ville de Nice fosse molto ricco. Nizza è la seconda città di Francia per numero di musei e la proposta per questa serata era davvero interessante. Sono infatti 11 i luoghi aperti per l'occasione che accolgono performance di tutti i tipi: concerti itineranti al Musée Matisse, musica indiana al Palais Lascaris, visita delle collezioni solitamente non esposte al Museo archeologico di Cimiez e di Terra Amata, musica e poesie iraniane al Musée d'art Naïf, concerti, sfilate e altro ancora nei numerosi musei della città.

Noi siamo andati al Mamac, il Museo di arte moderna e contemporanea, il più importante forse della città per l'ampiezza e la ricchezza delle collezioni in esso custodite. Il programma della serata prevedeva numerosi eventi.

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La Soirée Electrons libres era incentrata su numerose performance coreografiche che hanno animato le sale del museo. Qui di seguito quella proposta dalla compagnia Le Sixièmeétage « This is tomorrow »

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Un percorso ad enigmi  è stato allestito all'interno delle sale delle collezioni permanenti da parte della compagnia teatrale Fox'Art. 

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Sulla terrazza del museo si è potuto assistere alla performance dell'artista Rémi Voche e al cine concerto dell'artista Merakhaazan, mentre nell'anfiteatro si è esibita la compagnia Libertivore con la danza aerea « Hêtre »

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È stata anche un'ottima occasione per riscoprire le opere eccezionali raccolte in questo museo: Niki de Saint-Phalle, Yves Klein e gli altri artisti della scuola di Nizza, nonché numerose opere di artisti internazionali e la presenza di esposizioni temporanee sempre notevoli come quella attuale di Gustav Metzger. 

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#ILoveNice part 2

E come si fa a non amarla quando anche in un week end di brutto tempo ti sa regalare una luce così?

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Della struttura tricolore pensata per diffondere (anche) sul web l'amore immutato per questa città da parte di nizzardi e turisti avevo già parlato all'epoca della sua inaugurazione
Ma da circa un mese l'installazione è stata spostata dalla sua sede originaria al Quai Rauba Capeu, che è uno dei luoghi più panoramici e simbolici della città. Da qui infatti lo sguardo si apre sulla Baie des Anges in tutta la sua bellezza e farsi una foto davanti alla struttura con lo sfondo di tutto quel blu è una tentazione cui è davvero difficile resistere. 

Ma torniamo al meteo. 
Lo scorso week end è stato molto movimentato da questo punto di vista, portando un bel po' di acqua e vento forte anche sulle nostre coste. Però siamo a Nizza e anche un sabato che comincia piovoso può proseguire poi così:

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Il vento forte ha liberato il cielo e il mare mosso ha dato spettacolo inventandosi sbuffi schiumosi e sfumature variegate con cui intrattenere gli spettatori.

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Domenica invece è stato grigio praticamente tutto il giorno, con alternanza di scrosci più o meno intensi.

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Ma siamo a Nizza e l'oro, oltre che nei bicchieri di bollicine e nei piatti ricolmi di Socca, alla fine lo ritroviamo anche sulla Prom', riflesso sulla terra e nell'aria e moltiplicato in mille gocce dorate.

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Oggi è lunedì e splende il sole.

 


Una domenica mattina sulla Prom'

E' una domenica di fine gennaio, ma alla faccia della merla il sole è tiepido e la Promenade des Anglais è affollata. La Promenade des Anglais è affollata anche quando fa freddo.

Ci sono i lavori di rifacimento della pavimentazione e per lunghi tratti tutti si incanalano negli stretti corridoi lasciati liberi su parti della ciclabile. I ciclisti suonano alle spalle.
Chissà perché quando ci si siede su una sella tutti quelli non dotati di ruote diventano nemici.
D'un tratto penso che se ci fossero state le biciclette al tempo degli antichi greci ne avrebbero creato sicuramente degli esseri mitologici. Allora mi invento storie con esseri velomorfi, faide, tragedie, amori impossibili con ingranaggi meccanici, nascite di incroci mostruosi e scioglimenti imprevedibili al suon di campanelli. 

Intanto le sedie blu guardano il mare, anche dai cantieri dove non si può entrare.

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I ciclisti suonano alle spalle e i matti ti sbarrano la strada.
Due volte un tipo strano con gli occhiali spessi e i capelli un po' unti mi si è parato davanti, la prima sovrastandomi con un "bonjour" e un sorriso storto, la seconda in silenzio, di petto e con aria minacciosa, come per bloccarmi la strada mentre mi guardava dall'alto in basso .
Ho continuato a passeggiare circospetta come al solito.

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"Vous avez pris l'équilibriste?"
"Oui"
"Car j'ai vu une photo de lui sur facebook, c'est vous qui l'avez prise?"

"Non pas du tout, c'est la première fois que je le vois"
"Normalement il est vers Lenval... mais il pue, il est un peu comme ça, vous savez... voilà il est descendu, il y a trop de monde vous voyez, il revient"

Sull'asfalto camminava barcollando, le braccia ciondoloni e sembrava poter cadere da un momento all'altro.
A volte è meglio avere una linea da seguire, anche se difficile, che trovarsi senza bussola in mezzo all'indefinito.

Un ragazzino con monopattino ha perso il papà e lo chiama disperato, sto per andare a vedere se ha bisogno ma sopraggiunge un ragazzo che lo accompagna da due poliziotti poco lontani che se ne prendono cura.
Non è bello perdere il papà sulla prom', ma lui l'avrà trovato poco dopo, spero.

Un sacco di gente corre, a piedi e su ruote di tutti i tipi.
E' bello correre sulla prom', di solito lo è, sì.

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Venditori ambulanti raccolgono le loro mercanzie facendone tristi fagotti.

"On vous l'a dèjà dit il y a dix minutes. La troisième fois on verbalise".

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Tanti leggono, molti pensano. Il mare aiuta a riflettere, ma anche a fare il vuoto dentro.
I bimbi giocano. Loro i vuoti li riempiono di fiabe e di sogni.

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Qualcuno ogni tanto regala un sorriso inatteso.

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Qualcuno si consola come può.

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Qualcuno ricorda come può.
E le mie palme sono lì, davanti al Palais de la Méditerranée. Hanno ancora bisogno di essere sostenute, ma presto saranno abbastanza grandi per crescere da sole.

 

 


Le stelle della Promenade des Anglais

E' Natale anche sulla Promenade des Anglais. Ma è un Natale un po' diverso, non ci sono gli abeti decorati, non ci sono le caselle per la posta di Babbo Natale o lui stesso abbarbicato alle pergolas e neanche le luci sulla Tour Bellanda là in fondo a chiudere l'immaginario abbraccio della Baie des Anges al mare.

Restano le decorazioni degli hotel e dei ristoranti, ma è un Natale che per scelta si festeggia un po' più lontano da quella chaussée e da quel trottoir su cui ancora rimbombano le grida di disperazione e gli spari e il silenzio attonito di quella sera.

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Le palme sì, quelle sono accese in mille stelle che sembrano voler volare al cielo.

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E un unico Babbo Natale gigante è rimasto a presidiare il lungomare di fronte alle finestre dell'ospedale pediatrico di Lenval, poco lontano da dove è cominciato tutto.
Perché i bambini, loro, hanno tutto il diritto di sognare.

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Un grande cuore luminoso è invece apparso all'altro lato del folle percorso, lì dove ancora ancora e ancora vengono posti fiori, ricordi, peluche, lettere e messaggi per chi da qui ha raggiunto quel cielo in cui le luci della festa si erano appena spente. 

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update 22/12/16:
Le facciate degli hôtel più celebri della Promenade des Anglais si sono accese di proiezioni colorate, a tratti anche molto sofisticate, che riproducono in luce nevicate e stelle su sfondi colorati, nonché alcuni dettagli architettonici delle facciate.
Stasera c'erano i tecnici che sistemavano i proiettori davanti al Palais de la Méditerranée, degli italiani cui abbiamo chiesto come fanno a creare con tale precisione i particolari della facciata. Ci hanno risposto con un oscuro "in camera oscura" che ci ha lasciati sulla nostra curiosità, ma ci siamo complimentati. 

Hôtel West End:

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Le Negresco:

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Palais d ela Méditerranée:

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Hôtel Westminster:

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Hôtel Le Royal:

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Village de Noël de Nice

"Una delle mezze città è fissa, l'altra è provvisoria e quando il tempo della sua sosta è finito la schiodano, la smontano e la portano via".

A volte penso davvero che, come accade a Sofronia, anche a Nizza non sia il Villaggio di Natale ad essere ogni anno fatto e disfato, ma sia piuttosto la città di muri e pietra che ogni volta si ricrea attorno al suo nucleo più vero fatto di chalet, giostre e regali.

Eccola la grande ruota panoramica, con la giostra ad albero di Natale e i giochi per i bambini, il trenino di Babbo Natale, i tappeti elastici e la pesca del pesciolino. Loro sono sempre stati lì.

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E poi la pista di pattinaggio e tutti i dolciumi, i churros e lo zucchero filato, che non aspettavano altro che qualcuno tornasse ad approfittare di loro.

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Sì sì, le casette sono sempre state lì con le loro decorazioni e le luci, ad aspettare che la città degli edifici in pietra tornasse con tutti i suoi abitanti per festeggiare un altro Natale.

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E loro sono tornati tutti contenti e mangiano e bevono e ridono, perché sanno che staranno qui ancora un po', prima di partire di nuovo col loro pesante fardello.

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E' bello perché ogni volta è un po' diversa dalle altre. Quest'anno la Place Masséna è stata ricostruita con una grande boule de neige contenente un Apollo di Natale dall'aria un po' rassegnata.

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Abbi pazienza caro dio del sole, qualche settimana ancora e poi ti porteranno di nuovo via, assieme alla banca, agli opifici, ai palazzi, al mattatoio, alla scuola e a tutto il resto.

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Fino alla prossima volta.