Garda Lake

Tramonti gardesani

A Riva il tramonto non esiste, soprattutto in inverno. Il sole a un certo punto si nasconde e ciao. Niente cieli rosso fuoco, niente sfere giganti la cui ampiezza è magari accentuata da spettacolari quinte di nuvole dorate. Niente.
E' il destino di chi è sovrastato da qualcosa di più grande di lui. E' la conseguenza di chi l'orizzonte lo conosce solo come astrazione. Non che sia altro da ciò, ma a volte almeno ci si può illudere di sì. Non a Riva.

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La Gardesana Occidentale corre sotto le montagne. Sia per via delle gallerie, sia perché è scavata nel loro fianco: niente entroterra e persino il lago è nascosto alla vista, a causa dei parapetti e della boscaglia. Soprattutto niente cielo ad ovest.

Ma, come quando si arriva da sud è lì che tutto si apre, anche scendendo da nord è sulla baia di Toscolano Maderno che avviene l'epifania e riappare anche il tramonto.

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Lungo la Gardesana Orientale invece i paesi sono avvantaggiati da un punto cardinale di vista: il cielo a occidente si fa sufficientemente ampio da permettere su tutta la linea gli spettacoli quotidiani del sole che sparisce.

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L'anno scorso in questi stessi giorni assistevo all'ultimo tramonto del 2016 dalla collina del Château de Nice e l'augurio che mi facevo era che fosse l'ultimo.

E invece sono ancora qui.

E' abbastanza un classico che i tramonti facciano solo finta di essere definitivi e invece il giorno dopo siano ancora lì.
Chissà magari stavolta è quella buona.


Mercatini di Natale di Arco 2017

Dureranno fino al 7 gennaio, quindi anche se Natale è passato siete ancora in tempo!
Tra l'altro da oggi sulla facciata degli edifici storici della Piazza III Novembre avrà luogo in tre spettacoli quotidiani una rappresentazione di proiezioni luminose attraverso le quali prenderà vita una fiaba che ripercorrerà la storia della città e del suo castello. 

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Quella me la perdo ma le tradizionali casette attorno alla Collegiata non me le sono fatte mancare neanche quest'anno.

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Pista ciclabile Torbole-Dro

Non mi sono ancora abituata del tutto, lo ammetto. Per me tornare a casa è "tornare ad Arco". Non posso concepire diversamente il percorso che mi porta lassù.
Dieci anni fa ho lasciato la mia patria di nascita allontanandomi progressivamente da dove avevo le mie radici. Si dice che più la chioma si estende in ampiezza dalla base del tronco, più profonde ed ampie esse sono.
Per ora mi trovo a circa 500 km di distanza. Se le radici sono proporzionate, la famosa mela che cade ha un ampio margine per dare i suoi frutti. Vedremo.

Non mi sono abituata del tutto, dicevo, al fatto che la mia famiglia si sia nel frattempo trasferita a Dro, che è un paesino che, per quanto gradevole, nulla ha a che fare con l'atmosfera e lo spirito dellla "Busa", la conca che dalle sponde del Garda trentino arriva fino al castello di Arco, il punto più aperto e luminoso di questa piana dal clima mediterraneo.

Non mi sono abituata ma sto cominciando ad apprezzarne alcune peculiarità, come la Coop e la neo-inaugurata Conad, dove trovo i tarallucci per il Marco (e tante altre cose) e soprattutto il Supermarket della Calzatura, vera miniera di innumerevoli scarpette "numero 35 che calza piccolo" che mi rendono oltremodo felice.  
Ok scherzi a parte, Dro è un paesino non troppo vitale, ma che ha anche i suoi lati positivi, in fondo.
Uno è la bellissima pista ciclabile che lungo il fiume Sarca la collega (toh!) al lago. 

Non la conoscevo affatto nel suo tratto tra Dro ed Arco, ma negli ultimi mesi, durante i miei ripetuti soggiorni in famiglia, è diventata un percorso piuttosto abituale e devo dire che i suoi scorci hanno qualcosa di davvero idilliaco. Salici piangenti, canneti, un sacco di vegetazione, fiori di campo, natura un po' selvaggia fanno da cornice a chi voglia pedalare sulle rive del fiume lungo il suo tracciato fatto anche di ponti e caratteristiche passerelle. 

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Sono 11 km per arrivare fino a Torbole, una passeggiata breve e gradevole che porta infine al lago.

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Il tratto tra Arco e Torbole, invece, non solo lo conosco molto bene, ma c
i ho trovato pure le stesse persone che lo percorrevano 10 anni fa. La mia amica Cristina aveva solo un piccolo dettaglio in più rispetto ad allora, un seggiolino con una bimba già molto più cresciuta di quello che avrei supposto. 
Il professore baffuto e consorte che erano soliti frequentare il Lido Blu invece erano identici.
Ho riso di stupore ma soprattutto di sollievo. Le cose che non cambiano rassicurano tanto, rassicurano tantissimo.

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I miei fuochi della Notte di Fiaba - Riva del Garda 26 agosto 2017

Ci tenevo proprio tanto, dopo circa 20 anni, ad assistere ancora una volta allo spettacolo pirotecnico di chiusura della Notte di Fiaba a Riva. Ma non avevo fatto i conti con i risvolti psicologici della cosa.
A qualche giorno dall'evento infatti l'idea di trovarmi nella folla davanti a dei fuochi d'artificio ha cominciato ad angosciarmi, tanto da convincermi ad andare a vederli dall'alto del Monte Brione, in un punto che, tendenzialmente, avrebbe dovuto essere un po' meno affollato del centro di Riva.

Le condizioni climatiche incerte, che ci hanno fatto temere fino all'ultimo un rinvio dello spettacolo, hanno fatto sì che alla fine restassimo sulla spiaggia per ammirarli, in una posizione un po' laterale a dire il vero, ma nonostante ciò in tutta la loro bellezza riflessa nel lago.

Trovato il mio posticino sugli scogli da cui fare le mie "foto di rito" mi sono resa conto che la situazione era davvero tanto tanto simile a quella di dieci anni fa, quando feci (con la scatola magica) e postai sul mio neonato blog le prime foto dei fuochi d'artificio a Torbole. 
Anche in quel caso ero abbarbicata agli scogli e cercavo di riprendere i fiori di luce in modo sufficientemente decente per poi dedicarli agli amici di Off Air.
Era il 29 luglio e Marco era apparso da quattro giorni con lo pseudonimo di Cris M. e con le sue ansie da iPhone (toh, che novità, è circa un mese che blatera a proposito del fatto che da oggi il mio diventerà talmente obsoleto da sembrare un vecchio Nokia irrecuperabile). 

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Non so bene perché mi venisse da prenderlo in giro in quel modo, o forse sì, ma a lui avevo dedicato questo:


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il fuoco più insignificante della serata. Non me ne ha mai voluto, ma quest'anno mi sono rifatta con questo:

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Non ricordo quale fosse stata l'ultima volta cui avevo assistito alla Notte di fiaba, ma deve risalire a 15-20 anni fa, visto che non possiedo nemmeno una foto di questo spettacolo.
E' bizzarro in realtà che le sole altre foto che ho siano relative al 2008, quando non vivevo già più sul Garda Trentino. Sono preziose perché mi erano state inviate per un atto di affetto e l'affetto è importante, non bisognerebbe mai lasciarlo morire.

Ma torniamo allo spettacolo di quest'anno. Le foto non sono niente di speciale, i fuochi visti di faccia erano molto più scenografici e anche il video è poco interessante perché proprio sul più bello, prima del bouquet finale ho terminato la memoria del telefono .
Ma sono fuochi importanti per me, per tutte queste ed anche altre ragioni. Li voglio ricordare.

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Alla fine dello spettacolo ho dovuto aspettare a lungo che la gente sciamasse via dalla spiaggia, ma è andato tutto bene.
Serve sempre dirselo che andrà tutto bene.


Lago mio

Sono sempre stata convinta di una cosa.
Chi ha creato l'icona generica per il file jpeg su windows si è ispirato al mio lago, al Garda Trentino.

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Ora, quella che ho nella testa io non è proprio questa qui sopra, ce n'era una precedente che non sono stata in grado di reperire (le keywords windows+vista+pics restituendomi proposte di magnifici resort vista mare) ma che riproduceva esattamente il profilo delle pendici del Baldo che degradano verso il lago (se ci fosse qualcuno in grado di fornirmela anzi, lo ringrazio in anticipo), verso il Garda Trentino per la precisione.
In ogni caso anche questa qui sopra è di chiara ispirazione gardesana, è evidente.

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La finestra con vista per eccellenza sul mio lago è proprio questa qui sotto: il panorama del Garda che si apre verso sud come appare dalla spiaggia di Torbole.

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Si capisce come tale profilo possa facilmente diventare emblematico.

Non si capisce invece come io non abbia mai nemmeno provato a praticare il windsurf.

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ma non è mai troppo tardi, chissà.


Il Piroscafo Zanardelli

Varato a Peschiera il 25 settembre 1903, alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli, del quale porta il nome, questo piroscafo diviene l'ammiraglia della flotta. Propulso da una macchina a vapore della potenza di 400 CV, che azionava due ruote a pale laterali, lo Zanardelli era un piroscafo salone a ruote, in grado di trasportare 800 passeggeri.

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La storia di questo piroscafo diviene presto avventurosa. Fino alla Prima Guerra Mondiale Riva e Torbole sono porti austriaci e le acque del Lago di Garda costituiscono il confine tra Italia e Austria.

La notte del 23 maggio 1915, il giorno prima dell'entrata in guerra dell'Italia viene dato l’ordine a tutti i piroscafi di rientrare a fari spenti a Peschiera per essere messi a disposizione dell’esercito italiano. Anche lo “Zanardelli” rende il suo servizio alla Patria: viene armato, dipinto di grigio ed il suo personale, essenziale per la profonda conoscenza del lago, viene militarizzato. 
Una parte della flotta fu poi restituita all'Impresa, mentre lo Zanardelli, come diverse altre unità, rimase requisito ed armato sino al termine del conflitto, venendo utilizzato per il trasporto delle truppe e dei viveri.

Altra guerra, altra avventura per lo Zanardelli che allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale viene requisito dai Tedeschi ed è spesso usato anche per azioni militari. Il 6 novembre 1944, proprio mentre svolge il suo normale servizio di linea, è oggetto di un violento attacco aereo: raffiche di mitragliatrice colpiscono il ponte di comando e la parte centrale del natante. Un marinaio viene ucciso ed il comandante gravemente ferito. Un membro dell’equipaggio, che si trova nella cabina di comando del piroscafo, riesce ad evitarne l’affondamento dirigendolo verso la località di Limone dove si arena. A bordo vi sono ben 12 morti e circa quaranta feriti.
Disincagliato dal piroscafo “Italia”, accorso poco dopo, e apportate riparazioni di fortuna ai fori presenti sotto la linea di galleggiamento, lo “Zanardelli” si dirige verso Riva e poi al cantiere di Peschiera per le opportune riparazioni. Il timone, gravemente danneggiato dai proiettili viene sostituito ma, in segno di memoria e di affetto, si ha cura di conservarlo ed è tuttora esposto presso la sede della Gestione di Desenzano.
Il 25 aprile 1945 l’Italia è finalmente libera ma quando il piroscafo scende nuovamente in acqua, nel maggio dello stesso anno, è requisito dalle truppe anglo americane. In questo periodo la nave venne dipinta con scene di vita americana verniciate sulle sovrastrutture (a poppa, per esempio, fu rappresentata la raccolta del cotone).

Negli anni '70 il piroscafo fu rimodernato con la sostituzione della timoniera e la costruzione, sul ponte superiore, di una veranda chiusa adibita a ristorante. Sulla nave fu istituito un servizio di ristorazione in grado di servire 150 persone a tavola.

Nel 1976 il piroscafo è ancora protagonista di un avventura, fortunatamente a lieto fine: a causa di una fitta e improvvisa nebbia, il comandante dello Zanardelli perde la rotta ma riesce fortunosamente a dirigere la nave verso la riva evitando di pochissimo una grossa lastra di roccia . L’ episodio viene riportato dai giornali come un miracolo della “Madonna del Frassino”. 

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L’imbarcazione è oggetto di un restauro tecnico e conservativo nel 1982 ed è attualmente uno dei più bei piroscafi funzionanti sui laghi italiani. Il movimento è ancora oggi garantito dalle due bellissime ruote a pale azionate da due potenti motori diesel; i suoi interni, sempre molto curati negli allestimenti, comprendono due sale arredate in stile liberty con materiali originali.

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Dall'estate 2010 lo Zanardelli svolge servizio di linea, nel periodo estivo, sulla tratta Malcesine - Limone - Riva del Garda - Torbole. Sul ponte inferiore si trova un salone ristorante con tavoli in stile primo '900, mentre il ponte superiore è dotato di una grande veranda-salone stile liberty, utilizzata anche durante le crociere come salone da ballo.

Con un equipaggio di cinque uomini, la nave può trasportare complessivamente 500 passeggeri, 250 dei quali in posti a sedere (150 al coperto) e 250 in piedi. 

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In battello sull'Alto Garda

La zona del Garda Trentino si presta assai bene alla gita in battello. La particolare conformazione del lago, infatti, che qui raggiunge la sua larghezza minima (circa 4 km) permette in poco tempo le traversate tra Riva e Torbole verso Limone e Malcesine. In una giornata si possono quindi tranquillamente visitare le sponde di ciascuna regione (Trentino, Lombardia e Veneto) tra cui il Benaco è diviso e nel contempo approfittare del magnifico panorama lacustre che qui è arricchito dalla bellezza delle montagne che lo circondano.

In realtà il nostro scopo era fare almeno una di queste tratte a bordo del Piroscafo Zanardelli. Questa storica motonave, dal passato a dir poco affascinante e che merita un articolo a parte, presta servizio regolare durante la stagione estiva tra le località dell'Alto Garda. E' sufficiente informarsi presso gli sportelli Navigarda per conoscerne gli orari.

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Partenza dunque al mattino da Riva del Garda. E' il battello San Marco che ci porterà a Malcesine.

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La vista delle sponde trentine del lago è unica, il castello di Arco, il Monte Brione e Torbole hanno sempre qualcosa di toccante per me che qui sono nata e cresciuta.

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Malcesine bisogna assolutamente vederla arrivando dal lago. Solo da questa prospettiva infatti il suo castello appare in tutta la sua bellezza, abbarbicato su quello sperone roccioso, con le corone merlate e la torre a dare un aspetto da favola alle pendici del Monte Baldo. 

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Malcesine appartiene all provincia di Verona e il Castello Scaligero è sede di un Museo di Storia Naturale, nonché  punto panoramico privilegiato sulla cittadina e sul lago.

Il porticciolo con le terrazze dei ristoranti, le stradine e le caratteristiche piazzette con i palazzi dalle architetture veneziane, i negozi colorati, le aiole fiorite e la vegetazione mediterranea ne fanno una meta da non mancare su questo scorcio di lago. 

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Il lago qui è turchese e cristallino, le sue acque qui sono il regno degli appassionati di kyte-surf, pratica sportiva vietata in territorio trentino ma praticabile in acque venete da questi surfisti, che possono approfittare dei venti costanti che soffiano più forti nella zona settentrionale del lago.

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Il traffico di battelli, motonaavi, aliscafi e catamarani è intensissimo in estate sul Lago di Garda. B
asta una breve sosta nei pressi dell'imbarcadero per vedere attraccare e ripartire motonavi di tutti i tipi e le dimensioni.

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Spiaggia e Spritz e si riparte. Verso Limone questa volta, sulla sponda bresciana.
La cittadina, celebre per le coltivazioni di agrumi esplode letteralmente di bougainville e il suo porticciolo con le caratteristiche arcate fa proprio pensare ad una cartolina. 

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E' qui che finalmente prendiamo il piroscafo Zanardelli, per rientrare a Riva. 

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Il passaggio a Torbole profuma di casa.
Di nafta, cordame umido e foglie di fico.

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Mercatini di Natale di Arco 2016

Sono aperti il venerdì, sabato e domenica dal 18 novembre 2016 fino all'8 gennaio 2017 e dopo Natale anche tutti i giorni fino al 29 dicembre e il 2, il 3 e il 5 gennaio.

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Siete ancora in tempo quindi per venire a visitarli e godere dello spirito natalizio della mia bella cittadina. 

Prodotti artigianali e gastronomici, fattorie degli animali e artisti di strada, musica e laboratori per i bambini.

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Il villaggio di Natale è anche quest'anno illuminato da suggestive proiezioni luminose, il calendario dell'avvento è ormai completamente acceso sulla facciata di Palazzo Marchetti, mentre sulle pareti della Collegiata una pioggia di stelle si staglia su un cielo blu.

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E il castello brilla lassù.

 


Passaggio a nord-est

Nord/nord-est per essere precisi. In terra trentina, là dove il Garda finisce o per meglio dire comincia.

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Riva del Garda è sempre uguale, bella, un po' malinconica ma accogliente. Sei sicuro di trovarci come minimo due facce amiche al passaggio, anche se ci capiti di sfuggita e un po' di nascosto.

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Il lago è dolce. Si resta sorpresi dal suo sapore zuccherino sulle labbra, dal suo profumo verde di alghe e dal suo colore un po' stucchevole, soprattutto a Navene. 

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Perché tanta dolcezza?

 

 


Blog Party n° 9 - Le Ali del Frassino, Peschiera del Garda

Anche se "qualcuno" dalle pagine del suo blog aveva adombrato la possibilità che l'evento potesse ormai trascinarsi per inerzia (o forse temeva che fossimo tutti diventati seri e saggi e non ci interessassero più i ritrovi goliardici) è invece bastata una voce e le energie di tutti sono state immediatamente convogliate nel trovare il modo per esserci, indipendentemente dalla strada da percorrere e dal modo per raggiungere il luogo del nostro appuntamento, quest'anno fissato non lontano dalle sponde del Garda, a Peschiera.

Eccoci qui allora, per il nono anno consecutivo, felici di riabbracciarci una volta di più, accorsi per festeggiare off air quel luogo favoloso che ci ha fatto conoscere, incontrare, innamorare, divertire, arrabbiare, sorridere, sognare, che ha acceso, insomma, in un modo o nell'altro parte delle nostre vite.
Come non scattare, dunque, una volta di più all'attivarsi di quel tasto on? 

La location questa volta è il resort Le Ali del Frassino, che sorge, come il nome suggerisce, nei pressi del lago del Frassino, appena fuori Peschiera del Garda: uno scenario naturale davvero unico per una struttura dall'atmosfera incantevole. 

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La data un po' posticipata rispetto agli altri anni ha aumentato il rischio di trovare condizioni atmosferiche canicolari e ovviamente, avendo il karma predisposto (come vedremo a breve) non poteva che succedere ciò che più si poteva temere: siamo morti di caldo!

Qui di seguito alcuni degli stratagemmi utilizzati dai commensali (che temo però non abbiano ascoltato i consigli che i vari tiggì danno in simili frangenti sul consumo morigerato di cibo ed alcolici):

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Ah no, scusate, questa non c'entra, ci arriviamo dopo...
Quel che è certo è che la calura non è riuscita a  inficiare l'esito della nostra giornata.

Cominciata con i nostri sorrisi:

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proseguita con portate deliziose:

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e soprattutto con i dolci prelibati di Fabio, che quest'anno ha superato se stesso regalandoci una varietà di delizie senza pari:

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giornata che ha avuto come al solito il suo clou con il momento del Riciclone:

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Kitsch kitsch kitsch, il più possibile kitsch deve essere l'oggetto che ogni commensale deve recuperare per farne dono ad un ignoto amico cui toccherà in sorte.
Kitsch e possibilmente riciclato dal regalo di una terza ignara persona, che non saprà mai, si spera, che fine ha fatto l'oggetto delle sue interminabili ricerche all'insegna dell' (ehm) originalità.


Bersaglio privilegiato è stato Andrea, ma per lui solo regalini ad hoc, ricompensati dalla sua meraviglia e dai suoi sorrisi. 

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Le altre vittime invece si sono beccate gli strali casuali (o forse no) di un destino burlone che ha regalato a Fabio una tortiera dal design alquanto discutibile, a Michela dei sottobicchieri, a Luca dei gadget -diciamo così- musicali, a Marco un guantone antirussamento (no, non russa, ma ama il Body Combat), e a me... ok vabbè, mi dissocio dalle affermazioni irriverenti di Michela, ma allego comunque le prove fotografiche !!!

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E con karma tutti i pacchi sono stati affibb... affidati ad un nuovo fortunato proprietario (anche se si narra che c'è chi ne ha immantinente decretato la fine gettandoli addirittura nell'indifferenziata, ma noi non abbiamo visto niente e in ogni caso non faremmo la spia).

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Quelli portati dalla Ste e da Anna Rita è ormai risaputo che sono i più micidiali. 
Sembra che alcuni malcapitati delle edizioni precedenti abbiano avuto serie ripercussioni con squilibri nel ritmo circadiano e casi gravi di inappetenza, ma si tratta di voci non confermate, come quelle che sosterrebbero un sensibile calo dei furti in appartamento, là dove si trovi uno dei loro incredibili oggetti.
Ecco il podio:

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Non è mancato il contatto col nostro agente oltreoceano, Ren ci ha tenuto a informarci delle torride temperature che devono sopportare laggiù in quel brutto posto chiamato Florida. Tutta la nostra comprensione.

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Grazie a tutti gli amici per la bellissima giornata, a Luca che ha trovato la splendida location, a Fabio che ci ha deliziato con i suoi dolci squisiti, a Cristiana che ha sbrigato tutti gli annessi e connessi del caso e ci ha fatto trovare le belle mug che vedete qui sotto:

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L'anno prossimo ci vogliono le bomboniere: i 10 anni vanno festeggiati con i confetti! 

Ah dimenticavo... la foto di gruppo:

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il cameriere l'ha fatta mossa, ma è già un passo avanti rispetto agli altri anni in cui immancabilmente ce ne dimenticavamo, no?