Gianluigi Colin - Sudari
Galleria {MDC} Massimo De Carlo

AniManiMism - Michael Fliri

L’esposizione di Michael Fliri alla Galleria Raffaella Cortese di Milano ha come filo conduttore la maschera.
Scultura, installazione, video, performance, fotografia, qualunque sia il mezzo scelto dall'artista, in questi lavori si tratta sempre di penetrare quella terra di nessuno che è l'involucro che ci separa dal resto del mondo.

Where do I end and the world begins  è il titolo della parte di esposizione che riguarda una serie di maschere in polvere di ceramica che sono per l'appunto la materializzazione del nostro confine, di quell’intercapedine sottilissima che ci separa da tutto ciò che è altro da noi. 
Le sculture sono tutte il risultato di un doppio calco (concavo e convesso) di maschere etniche (più una tra quelle in negativo che è il ritratto dell'artista) provenienti dal Mask Museum di Diedorf in Germania.
Il confine tra sé e il mondo si concretizza qui nello spessore di materia che separa la maschera convessa che mostra la parte esterna di noi al mondo e quella concava che aderisce alla nostro io interno, quello che è diverso per definizione, che nessuno vede ma che ci definisce a noi stessi. 

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My Private Fog
 è una serie di fotografie che prosegue questo tema volto-maschera. L'artista dopo aver modellato del materiale plastico trasparente sulla forma di sassi e concrezioni rocciose che ricordano gli scenari ghiacciati delle montagne della regione di cui è originario (l'Alto Adige), ritrae se stesso nell'atto di coprirsi il volto con questa sorta di membrana. La nebbia è quella del suo stesso respiro, che è la materia in questo caso volatile che si frappone tra l'individuo e il mondo.

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Le sculture della serie Gloves richiamano anch'esse la maschera, nelle forme fatte prendere dalle mani per coprire il viso, un po' come nei giochi dei bambini che nella maschera cercano la metamorfosi del sé, il cambiamento, la crescita. 
 
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E la metamorfosi è protagonista anche della video installazione a quattro canali AniManiMism. Il titolo, che dà il nome anche alla mostra, gioca con le parole che fanno riferimento da un lato all'animazione e al mimetismo dall'altro alle mani, all'anima e al sé. Nei quattro video proiettati contemporaneamente, ciascuno con una colonna sonora che si intreccia in modo molto evocativo con le altre, la mano dell'artista fa danzare una maschera in materiale trasparente in modo da creare un gioco d'ombre e di forme di notevole forza evocativa.

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La mostra è visitabile presso la Galleria Raffaella Cortese in via Stradella 1-4 a Milano fino al 28 luglio (martedì – sabato h. 10:00 – 13:00 / 15:00 – 19:30 e su appuntamento).

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