Una domenica di sole un po' ventosa. C'è un'energia costante nell'aria quest'anno.
Ma le spiagge di Théoule-sur-mer sono in genere abbastanza riparate dai venti. Esposte ad est e a nord sono infatti protette dai promontori di La Napoule e della Pointe de l'Aiguille. Venirci in estate è un po' difficile a causa della scarsità di parcheggi e c'è il rischio di trovarle molto affollate, ma in questa stagione sono l'ideale: il mare color smeraldo qui non è mai troppo mosso e il paesaggio colorato di rosso dalla riolite dell'Estérel rende l'immersione nella tavolozza naturale davvero completa. Le spiagge sono tutte collegate da due chilometri di passeggiata mista, che oggi abbiamo fatto, dopo un po' di relax a quella di Suveret.
Questa prima spiaggia dalle acque di un colore sorprendente si trova a nord rispetto al porto di Théoule, oltrepassato il quale invece si arriva alla Plage du Château, che è quella del centro paese e in stagione è occupata nella sua parte centrale da una spiaggia privata.
Proseguiamo lungo la Plage du Vallon de l'Autel.
Qui la passeggiata lungomare André Pradayrol ci porta prima alla Plage de la Petite Fontaine e poi alla Plage de l'Aiguille, bellissima distesa sabbiosa circondata dalle falaises costiere del massiccio dell'Estérel
Da qui si sale ai percorsi pedestri del Parco Dipartimentale della Pointe de l'Aiguille e i sentieri si fanno un po' più impervi con qualche bella salita e discesa, meglio prevedere calzature adeguate.
Scendendo alla Pointe de l'Aiguille si trova una prima crique apparentemente inaccessibile se non dal mare. Eppure quest'estate vi ho visto gente con tanto di materassini e ombrelloni, ma l'impressione è che per arrivarci da terra si debba scendere (e poi scalare) una parete davvero scoscesa.
Accanto si trova la plage de Gardanne, divisa in due parti da delle rocce e oltre le Grottes de Gardanne si trova una terza spiaggia naturista, alla quale però si accede in modo un po' difficoltoso dal parcheggio sulla strada dipartimentale che passa in alto.
Finalmente ci siamo riusciti a mantenere il nostro proposito e a riuscire ad andare a fare un corso, anzi due, nella palestra di Mariangela e Cristina. Non era impresa facile ed è dovuto accadere che ci trovassimo in zona in un giorno feriale. Proprio per questo non potevamo certo farci scappare l'occasione. E allora eccoci qua all'HappyFitness di Rovello Porro, per partecipare dapprima al corso di Simone. Un format il suo molto efficace con esercizi di tonificazione dinamici e funzionali, un costante lavoro cardiovascolare e, ovviamente, il divertimento che una lezione in musica ben fatta può dare.
Del corso della Mary, una lezione di Jazzercise Interval, purtroppo non ci sono contributi video (troppo impegnati tutti a farlo) ma inutile dire che è stato perfetto e motivante, presupposti quanto mai indispensabili perché riuscissi a tenere fino alla fine, visto lo stato di stanchezza estrema in cui mi aveva lasciato la due giorni di trasferta italiana.
Grazie ancora ragazze per l'ospitalità. Happy Fitness a voi!
Del lago di Como ho fatto in tempo solo ad appurare che esiste ancora. Peccato, avrei tanto voluto farla, a sette anni di distanza, la passeggiata verso casa, fino a Villa Olmo. I cuori e i lucchetti legati ai parapetti della passeggiata degli "Amici di Como" li ho trovati molto simbolici, ma solo dopo sono venuta a conoscenza degli altri che in questi giorni vengono legati alla palizzata che ancora impedisce la vista del lago dalla strada, messi in segno di protesta dai Comaschi proprio contro il prolungarsi dei lavori in questione.
Di quello di Lugano invece sono riuscita almeno a percorrere il lungolago. Non è cambiato proprio niente su queste sponde.
Trovandoci in zona a Milano non potevamo non passare a vedere la nuova sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Il palazzo, inaugurato il 13 dicembre 2016 e progettato da Herzog & De Meuron, sorge in viale Pasubio, accanto a Porta Volta ed è formato da due edifici adiacenti ma distinti, il più piccolo dei quali occupato dalla Fondazione, il più grande dal quartier generale di Microsoft in Italia.
La struttura lunga e stretta, dalle prospettive affilate e la cui modularità delle linee nasconde imprevedibili incidenze e discontinuità, fa dell'edificio quasi una membrana tra la città reale e quella che si sviluppa idealmente oltre le ampie vetrate, dentro gli spazi aperti e attraverso l'estesa area verde. L'allestimento di quest'ultima per la verità non è ancora terminato, ma si può già indovinare e prevede un grande giardino con viali e piste ciclabili.
Al piano terra da una parte la libreria Feltrinelli, dall'altra lo spazio vendita di Microsoft, ma entrambi gli esercizi sono anche e soprattutto luoghi di ritrovo, bar e al tempo stesso soggiorni in cui la cultura e la tecnologia si uniscono all'intrattenimento, allo studio e al gioco.
La Fondazione Feltrinelli ai piani superiori ospita spazi per concerti e spettacoli, uffici e aule per incontri e seminari. La sala di lettura si trova al quinto e ultimo piano.
Domenica mattina a Nizza, apro gli occhi e penso che devo ancora preparare la borsa per i prossimi due giorni di trasferta a Milano e dintorni. Una trasferta solo accidentalmente turistica, tanto che non abbiamo ancora deciso bene come passare la giornata che abbiamo davanti e che è più che altro propedeutica al lunedì successivo, con i suoi impegni per lo più lavorativi.
Apro gli occhi e come in genere succede al Marco, che evidentemente negli ultimi tempi manca un po' di ispirazione, ho la mia illuminazione quotidiana: "ma non è la domenica che si può salire al Palazzo della Regione Lombardia?" "ah sì aspetta che controllo, bella idea"
Eccoci quindi, dopo circa quattro ore, a fare la nostra prima tappa milanese: Palazzo Lombardia e relativo belvedere. E' solo un caso se abbiamo evitato le incredibili code che si sono create per salire sulla torre nelle ore successive. Un consiglio spassionato è infatti quello di recarsi a fare la visita al 39° piano, che è accessibile al pubblico solo la domenica dalle 10 alle 18, in mattinata o nelle prime ore del pomeriggio perché dopo l'attesa rischia di essere davvero lunga, visto che il numero di persone che sono ammesse nelle sale del belvedere è limitato e strettamente controllato.
L'ascensore che ci porta in pochi secondi a circa 160 metri di altezza è velocissimo (43 km/h ci ha detto l'addetto) e soprattutto in discesa ha conseguenze tangibili su chi ha la pressione un po' bassa come me.
Ma quando si arriva lassù la vista di cui si può godere è davvero eccezionale.
Anche se la giornata non è limpidissima sono visibili molti degli edifici più rilevanti della città, compreso il grande catino di San Siro a 5 km di distanza. A dire il vero la vaga foschia che accarezzava gli edifici più lontani e da cui sembravano spuntare la torre Isozaki e il costruendo "Storto" davano quasi un tocco di magia all'immensa città che si estendeva sotto i nostri piedi.
Palazzo Lombardia è un complesso di edifici curvilinei collegati da una piazza di forma ovoidale con una copertura in materiale plastico, che è la piazza coperta più grande d'Europa. È intitolata alle Città di Lombardia e può raggiungere una capienza superiore alle tremila persone.
Da qui ci dirigiamo in seguito verso Piazza Gae Aulenti attraversando il quartiere Isola. Quesa zona deve il suo nome al fatto di essere rimasta isolata, più di un secolo fa, dal resto della città a causa del passaggio della ferrovia. Quartiere un tempo abitato soprattutto da famiglie operaie, conserva ancora una atmosfera da villaggio, che si amalgama oggi in modo piuttosto originale con le costruzioni moderne spuntate tutt'attorno negli ultimi anni.
Passiamo sotto al celebre Bosco Verticale mentre la Torre Unicredit ci sovrasta all'orizzonte.
Piazza Gae Aulenti è diventata un nuovo centro città. Devo ancora capire se tutte le volte che ci vengo il cielo è sorprendentemente blu per pura coincidenza o se non siano piuttosto i palazzi a renderlo tale riflettendosi l'un con l'altro nei rispettivi cristalli azzurrati.
Un nuovo percorso urbano si è aperto con lo sviluppo di questa zona: da qui si passa direttamente a Corso Como e infine a Piazza 25 Aprile dove una sosta a Eataly ci permette di procurarci il necessario per l'aperitivo.
Aperitivo che avrà luogo non troppo lontano, nell'accogliente alloggio che ci ospita di fronte al Palazzo Diamante, in quello che è oggi chiamato Samsung District.
Io la trovo sempre più affascinante questa città che dimostra di saper far nascere il nuovo coltivando le sue preziose radici storiche.
Un computer. Non era mio. E una mail. Neanche quella lo era.
Una parola: grazie. In quel periodo continuavo a ripeterla. Recentemente ho sentito dire che pronunciare queste due semplici sillabe innescherebbe dei meccanismi psicologici che guarirebbero dal malessere della depressione.
Forse è vero.
"Per ogni grazie non detto, cade a terra un petalo di rosa”
All'Astrorama ci siamo stati un anno fa per una "soirée ciel ouvert" comprendente -oltre alle animazioni divulgative iniziali, alle news astronomiche e a una seduta al planetario- soprattutto l'osservazione del cielo.
L'astronomo Jean-Louis Heudier, presidente dell'Associazione Parsec che gestisce l'Astrorama l'abbiamo conosciuto poco dopo durante un'interessante conferenza su come, nella storia dell'astronomia, l'uomo abbia scoperto che le stelle, che da millenni osservava in cielo, altro non erano che altrettanti soli e trovato di conseguenza il suo posto nell'universo. In un angolino, in effetti.
Sabato scorso è stato ancora lui a presentare all'Astrorama la conferenza L'aventure spatiale des comètes de Giotto à Rosetta, che definire interessante è davvero riduttivo, tanti sono stati i temi affrontati, le nozioni e soprattutto l'entusiasmo trasmessoci in quest'occasione.
Ancora una volta sono le ultime notizie astronomiche ad esserci presentate all'inizio. Tra queste ovviamente spicca la grande scoperta di questi giorni, ovvero l'esistenza a circa 40 anni luce da noi di un sistema solare che vede ruotare attorno ad una piccola nana rossa ben sette pianeti dalle caratteristiche simili a quelle della terra. Su di essi, vista la vicinanza all'astro attorno cui ruotano, potrebbero esserci condizioni favorevoli alla vita.
In seguito, dopo aver preso in considerazione la quantità di oggetti che ruotano attorno al sole, le protagoniste sono diventate loro, le comete.
Il filo conduttore sono le missioni spaziali che negli ultimi 30 anni l'uomo ha inviato per studiare la composizione delle comete. Heudier non perde occasione per sottolineare tutto ciò che dobbiamo alle generazioni che ci hanno preceduto e ci ha dapprima proposto un lungo excursus storico partendo dall'osservazione delle comete da parte degli antichi. Come si è passati dal considerarle semplicemente dei presagi funesti a studiarle in quanto astri, seppur anomali, del nostro firmamento?
Non è stato un processo semplice comprendere che si trattava di corpi celesti che si ripresentavano ciclicamente, visto il lungo periodo dei medesimi. Fu Halley a scommettere sul ritorno della cometa che prese il suo nome, di cui predisse il ritorno nel 1759. Sbagliò di poco.
Ed è proprio l'osservazione della cometa di Halley che poterono fare i fiorentini nel 1301 ad essere immortalata nientemeno che da Giotto che tre anni dopo la ritrae nell'Adorazione dei Magi della Cappella degli Scrovegni, dando origine a tutta un'iconografia che è passata ormai nell'immaginario comune della nostra civiltà: la stella cometa come simbolo del Natale.
La cosa fu degnamente celebrata dando il nome di Giotto alla prima sonda inviata nel 1986 per studiare da vicino proprio la cometa di Halley. Essa passò a 596 km dal suo nucleo il 13 marzo 1986.
Le immagini hanno mostrato che solo una parte della superficie era attiva, con tre violenti getti nel lato illuminato dal Sole. Le analisi hanno determinato che la cometa si è formata 4,5 miliardi di anni fa, con l'accumularsi di ghiaccio su polvere interstellare e che, dalla sua formazione, il nucleo è rimasto sostanzialmente immutato.
Il materiale espulso è per lo più acqua, il 10% è ossido di carbonio più una piccola percentuale di metano.
Altre sonde sono state inviate poi sulle comete in diverse missioni, come quelle della Nasa Stardust e Deep Impact.
La prima, lanciata nel 1999, si proponeva di raccogliere polvere e frammenti della cometa Wild 2. Ci vollero parecchi anni e parecchi passaggi vicino alla terra per acquistare sufficiente velocità perché la sonda potesse incontrare nel 2004 la cometa, di cui scattò numerose foto e prelevò 10 frammenti. Nel 2011 incontrò anche la cometa Tempel 1.
Questa era l'obiettivo anche della sonda Deep Impact, che fu lanciata nel 2005 con lo scopo di impattarla. La missione Deep Impact è la prima ad esaminare l'interno di una cometa.
La sonda Rosetta fu lanciata nel 2004. Il suo obiettivo, dopo un cambio dovuto alla posticipazione del lancio, lo studio della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione era formata da due elementi: la sonda vera e propria Rosetta e il lander Philae, atterrato il 12 novembre 2014 sulla sua superficie, che risultò essere ricoperta di composti organici.
Questa è la tabella di marcia della missione, come pianificata prima del lancio:
Primo sorvolo della Terra (marzo 2005)
Sorvolo di Marte (febbraio 2007)
Secondo sorvolo della Terra (novembre 2007)
Sorvolo dell'asteroide 2867 Šteins (5 settembre 2008)
Terzo sorvolo della Terra (novembre 2009)
Sorvolo dell'asteroide 21 Lutetia (10 luglio 2010)
Ibernazione nello spazio profondo (luglio 2011 - gennaio 2014)
Avvicinamento alla cometa (gennaio-maggio 2014)
Mappatura della cometa / caratterizzazione (agosto 2014)
Atterraggio sulla cometa (12 novembre 2014)
Inseguimento della cometa intorno al Sole (novembre 2014 - dicembre 2015)
schianto sulla cometa (30 settembre 2016)
La cometa, dalla bizzarra forma a papera è formata da due parti saldate assieme, presumibilmente unitesi a bassissima velocità e la sua densità è minima, essendo formata per lo più di acqua ghiacciata. Ciò non vuol dire che se dovesse precipitare su Nizza la cosa non sarebbe gravida di conseguenze... qui sotto le dimensioni relative con la città e la Baie des Anges:
L'importanza dello studio delle comete sta nel luogo in cui si formano. Anzi nei luoghi, visto che si ritiene che quelle a corto periodo nascano nella cintura di Kuiper e quelle a lungo periodo nella nube di Oort, due regioni periferiche del sistema solare.
Queste due zone corrisponderebbero ai residui rimasti dalla condensazione della nebulosa da cui si formò il sistema solare stesso. Ciò che proviene da lì contiene quindi la materia incontaminata da cui esso si è formato e ci può dare informazioni preziosissime su come è nato e su come vi si è sviluppata la vita.
Contrariamente a quanto si possa pensare, i nuclei cometari sono tra gli oggetti più scuri conosciuti. La sonda Giotto scoprì che il nucleo della Cometa di Halley riflette circa il 4% della luce con cui viene illuminato, anche se i cristalli di acqua e gas vaporizzati riflettono la luce nel modo spettacolare che sappiamo. Spesso polveri e gas formano due code distinte, che puntano in direzioni leggermente differenti, a causa della diversa gravità cui sono sottoposti i componenti di peso diverso.
La serata avrebbe dovuto concludersi con l'osservazione del cielo, che però era troppo nuvoloso, anche se ha permesso di scrutare un po' la Luna e Marte. Terminiamo quindi con una seduta al planetario dove il cielo simulato ci offre comunque una visione sempre spettacolare e ci racconta un sacco di storie. Le stesse che vi leggevano gli antichi molto prima di noi.
Scienza, storia, letteratura, arte, mitologia, una serata all'Astrorama è molto più di un'incontro su temi astronomici. Qui si sperimentano la grandezza dell'uomo e quella dell'universo e si ammirano la potenzialità dell'uomo nell'universo, la sua eredità e il suo futuro.
Rosso, tutti sanno che il tapis del Palais des Festivals è rouge. A Natale lo avevano prolungato dalla celebre scalinata lungo tutta la Croisette.
ma forse solo per meglio far risaltare il blu del mare
Questo lungomare di Cannes è uno dei miei preferiti della Côte d'Azur. Un po' perché si affaccia su spiagge sabbiose e su una baia spettacolare, impreziosita dalle isole Lérins e il cui orizzonte a ovest è chiuso dal profilo del massiccio dell'Estérel. Un po' perché il verde della vegetazione che la abbellisce ha qualcosa di lussureggiante, come del resto la ricchezza degli splendidi palazzi che la costeggiano.
Un po' perché è accogliente come una casa, col suo salotto, i suoi ospiti, il suo arredamento e le sue suppellettili. Alcune piuttosto preziose.
Ma soprattutto per quel calore dorato, che non so bene perché, esiste solo lì.