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December 2016

La Basilica di Sant'Ambrogio a Milano

Voluta dallo stesso vescovo Ambrogio che ne promuove la costruzione a partire dal 379, la basilica era destinata ad accogliere la sua tomba, ma il ritrovamento nel 386 nell’area della necropoli delle spoglie di Gervasio e Protasio lo convince a dedicarla ai due Santi: la basilica prende infatti il nome di basilica Martyrum.

Dell’originaria costruzione ambrosiana si conserva solo la pianta a tre navate divise da 13 colonne per lato. La basilica Martyrum aveva probabilmente una sola abside e presentava copertura lignea. Nel IX secolo subì importanti ristrutturazioni, tra cui la costruzione della grande abside decorata da un prezioso mosaico. Anche il ciborio fu decorato in questo periodo, lo stesso cui risale l'Altare di Sant'Ambrogio, capolavoro dell'oreficeria carolingia.

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La struttura attuale risale alla fine dell'anno Mille quando venne ricostruita secondo i canoni dell’architettura romanica per volontà del vescovo Anselmo. La nuova costruzione aveva tre navate e tre absidi, non aveva il transetto e manteneva il quadriportico. I monaci Benedettini, per primi, si occuparono dell’amministrazione della basilica, ma nel 1497 furono sostituiti dai Cistercensi. Nel 1799 fu chiusa in seguito alla dominazione napoleonica e solo con la fine di questa fu riaperta al culto. Danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, dovette subire numerosi interventi di restauro.

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La facciata a capanna è caratterizzata da due logge posizionate una sopra l’altra e da archetti pensili. Ai lati della facciata ci sono due campanili risalenti a periodi differenti, quello di destra, che sembra una torre difensiva, si chiama Torre dei Monaci e venne costruito nell’VIII secolo, mentre l’altro, denominato Torre dei Canonici, è del XII secolo.

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Il quadriportico, cioè il cortile porticato su quattro lati antistante la chiesa, serviva un tempo a riunire i catecumeni al cospetto della chiesa, ma prese in seguito quella di radunare le persone per assemblee religiose o civili.

All’interno della basilica si trova il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, una cappella costruita nel IV secolo, prima della basilica stessa e dedicata dal vescovo Materno a San Vittore, famosa per la presenza di un mosaico che raffigura alcuni santi, tra i quali anche Sant’Ambrogio.

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Sotto l'altare si trovano le reliquie dei Santi, visibili da una finestrella nella cripta costruita nella seconda metà del X secolo.

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Complessivamente, la luce non appare diffusa e leggera come nelle chiese paleocristiane ma scarsa
 e fortemente contrastata. Essa non fu accentuata neppure dall'aggiunta del tiburio che si limita ad illuminare il cerchio ad esso sottostante.

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Nella basilica sono conservati a testimonianza della fase paleocristiana dell’edificio pochi ma significativi pezzi di notevole livello artistico.

L’ambone in marmo sorretto da un loggiato di colonnine antiche è riconosciuto come una delle più importanti espressioni del romanico lombardo. Realizzato tra il 1130 e il 1143, la sua complessa decorazione è in gran parte ispirata dai testi scritti da Sant’Ambrogio che trattano il tema del Peccato e della Redenzione

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Al di sotto dell’Ambone romanico si può ammirare un imponente sarcofago in marmo di Carrara degli anni 385-390 decorato con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, noto come “sarcofago di Stilicone”, dal nome del generale Vandalo al comando degli eserciti degli imperatori Teodosio e Onorio.

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Nella piazza, sul lato sinistro rispetto alla basilica è presente una colonna, detta "la colonna del diavolo". Di epoca romana e trasportata qui da altro luogo presenta due fori, che la tradizione vuole siano stati lasciati dalle corna del demonio mentre cercava di trafiggere il Santo. In realtà questa colonna veniva usata per l'incoronazione degli imperatori germanici. 

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Un'altra colonna, all'interno questa volta, ospita invece alla sua sommità il "Serpente di Mosè". È una scultura in bronzo (in passato creduta quella originaria di Mosè) donata dall'imperatore Basilio II nel 1007. Al serpente si indirizzano preghiere per scacciare alcuni tipi di malanni e si dice che la fine del mondo verrà preannunciata dalla sua discesa da questa colonna
.

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Sapessi come è strano un Natale così caldo a Milano

Il Natale a Milano è sempre affascinante: l'albero di piazza Duomo, le luci della Galleria e quelle delle vie del lusso... davvero un peccato che così spesso dicembre qui sia un mese così freddo e umido da rendere un po' fastidiosa la passeggiata per il centro. Spesso.

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Ma chi mai avrebbe immaginato che il nostro passaggio post-natalizio a Milano sarebbe stato accompagnato quest'anno da temperature primaverili tali da eguagliare il record storico di sempre per il mese di dicembre, quello di 20 gradi raggiunto solo nel 1976?

Il 27 infatti è stata una giornata battuta da un caldo vento di Fön che, oltre ad aver spazzato via dal cielo ogni più piccola nube, ci ha regalato un clima decisamente primaverile.
Con un cielo così, un sole così e un'aria calda che quest'anno neanche a Nizza, sarebbe stato un sacrilegio non visitare un paio dei luoghi simbolo di questa bella città.

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(i gatti del Castello sono per sottolineare che Milano è una città dove "si può stare", giusto così, ce ne fosse stato bisogno).

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La luce dorata al Castello Sforzesco era spettacolare e il cielo sopra Sant'Ambrogio talmente blu da far impallidire quello della Côte d'Azur. 

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Ma a questa basilica, che è un vero gioiello dell'arte romanica lombarda, volevo dedicare un articolo a parte. 


Pattinata di Natale 2016

Niente terme quest'anno nel nostro breve soggiorno trentino, ma non potevamo certo rinunciare a un diversivo serale per la giornata di Natale.
E dato che prima di partire da Nizza avevo casualmente caricato in macchina i pattini, perché non approfittarne? Direzione Folgaria, dunque, palazzetto del ghiaccio, dove dopo un sacco di anni le sister sono tornate a scivolare via all'unisono. 



Impossibile dimenticare i fine settimana di quegli inverni (fine anni '80 inizio '90) in cui si andava a pattinare in Val di Ledro, in Pur o a Pieve, e più avanti ancora ai laghetti di Lamar o a Fiavé. E' qui che abbiamo infatti imparato a muovere i primi slanci sul ghiaccio.  

Eravamo giovani, belle e volevamo sentirci aggraziate come ballerine leggerissime.

Anche adesso.

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Biciclettata di Natale 2016

Anche quest'anno un bel sole limpido ha illuminato il nostro Natale sul Garda trentino e come da un po' di anni a questa parte la mattinata del 25 dicembre ha potuto essere dedicata a una bella escursione nei dintorni.

L'anno scorso era stato il giro del lago di Cavedine, quest'anno abbiamo pedalato in direzione sud, verso Torbole e Riva. 

Un itinerario tranquillo di una trentina di chilometri tutti in pianura con partenza da Dro.

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Da qui, passando per le campagne attorno a San Martino, ci siamo diretti verso la ciclabile che costeggia il fiume Sarca.
E' un percorso ben noto che ero solita fare per andare da Arco al lago in estate, in genere con l'òra contraria e gli oleandri ai lati tutti in fiore.
In questa stagione niente vento da sud e rami decisamente più brulli, ma l'arrivo alla foce del Sarca ha sempre lo stesso effetto magico di quando ero solita andare in spiaggia al Lido Blu.

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La luce era limpida e l' arrivo a Torbole ci ha regalato riflessi dorati e temperatura tiepida.
Il porto è il solito piccolo scrigno, con le barche dei pescatori, la casetta del dazio e tutti i ricordi di me bambina.

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Ancora una ciclabile ma questa volta lungo il lago per arrivare fino a Riva passando per il Lido di Arco. La chiamano Baia Azzurra, ma ha il colore cangiante delle pietre preziose. Non lo ricordavo di un color smeraldo così acceso il mio lago.

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Infine passaggio da Sant'Alessandro poi lungo il Monte Brione si ritorna alla pista ciclabile del fiume Sarca e di nuovo a Dro, questa volta passando per Prabi.

Un bel giro attraverso la "busa" per ritrovare i luoghi e le strade della memoria e che consiglio a chiunque che non conoscendo i posti voglia crearsi dei ricordi speciali.


Mercatini di Natale di Arco 2016

Sono aperti il venerdì, sabato e domenica dal 18 novembre 2016 fino all'8 gennaio 2017 e dopo Natale anche tutti i giorni fino al 29 dicembre e il 2, il 3 e il 5 gennaio.

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Siete ancora in tempo quindi per venire a visitarli e godere dello spirito natalizio della mia bella cittadina. 

Prodotti artigianali e gastronomici, fattorie degli animali e artisti di strada, musica e laboratori per i bambini.

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Il villaggio di Natale è anche quest'anno illuminato da suggestive proiezioni luminose, il calendario dell'avvento è ormai completamente acceso sulla facciata di Palazzo Marchetti, mentre sulle pareti della Collegiata una pioggia di stelle si staglia su un cielo blu.

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E il castello brilla lassù.

 


Natale a Villefranche-sur-mer

Ok, non è ancora Natale ma manca poco e soprattutto queste sono davvero le giornate più corte dell'anno.
Ciò nondimeno la luce in questi giorni è davvero speciale, lo notavo sabato scorso sulla Promenade des Anglais, senza capire troppo bene se erano le ombre lunghe create dal sole così basso o l'aria cristallina o la luce dorata del sole i cui raggi già alle quattro del pomeriggio attraversano gli strati più densi dell'atmosfera rivestendo ogni cosa di una strana patina ambrata.

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Alla fine sono giunta alla conclusione un po' impoetica che sia a causa dei lavori sulla Prom': la pavimentazione anziché del solito asfalto rossiccio ha il colore del cemento e riflette la luce in modo decisamente insolito.

O più probabilmente è la combinazione di tutti questi fattori, ché la vita è sempre un insieme misto di visioni poetiche e realtà molto prosaiche.
In ogni caso la luce era un po' magica.

Fa un po' freddo rispetto alle medie di dicembre, ma nelle ore centrali del giorno il sole riesce ad essere ancora tiepido, così un pomeriggio sulla spiaggia di Villefranche-sur-mer può essere riposante se si hanno un bel po' di arretrati di stanchezza atavica da smaltire.

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Ma è pur sempre Natale, e alla Cittadella è stato allestito un marché de Noël con prodotti tipici e artigianali, i pony per i bambini e soprattutto una postazione con crêpes, galettes e -udite udite- piadine! Come resistere?

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Nonostante la coppia di fini facitori fosse a dir poco bizzarramente assortita (lui che si faceva in 4 per riuscire a fare 10 cose assieme: la pasta delle crêpes dolci che nel frattempo era finita, stendere quella di sarrasin sulla piastra, servire le birre alle sciùre accanto a noi, incassare i soldi dai clienti prima di noi, prendere gli ingredienti per la piadina nel frigo alle spalle, mentre lei vestita da "babba natalona" ridacchiava orgogliosa con le mani in mano declamando -mentre lui frustava l'impasto- "c'est mon mari, vous avez vu la force qu'il a?") col risultato che abbiamo aspettato un tempo interminabile per avere i nostri snack, devo dire che alla fine era tutto molto buono e anche economico per gli standard della Côte d'Azur! 

Torneremo a Rimini prima o poi, nel frattempo buon Natale da Villafranca!


 


Confidences - Le Patin Libre

Domenica scorsa ha avuto luogo il tradizionale spettacolo su ghiaccio che la Principauté de Monaco offre in occasione delle festività natalizie sulla Patinoire che tutti gli anni viene allestita al posto delle Piscine adiacenti il porto.

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Quest'anno è stata la compagnia del Québec Le Patin Libre a presentare il suo "Confidences" , uno spettacolo di pattinaggio contemporaneo che in quanto tale si pone in netto contrasto con quello che si è soliti ammirare nei balletti di pattinaggio artistico.

Le note iniziali di It's not unusual di Tom Jones sono dunque solo il pretesto per prendere le distanze da quel tipo di pattinaggio tutto lustrini e paillettes e vengono presto interrotte per mettere in scena uno spettacolo alternativo in cui il pattinaggio libera se stesso dagli stereotipi (che siano di stile cabarettistico o sportivo) per dare piena libertà di movimento al corpo dei danzatori.

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Originale senza dubbio e a tratti anche un po' spiazzante nel modo in cui vengono esibite le capacità di forza, eleganza e sincronismo di questi artisti del ghiaccio.

Bravissimi!

(per inciso, a me piacciono i lustrini e anche le buone tradizioni, un balletto classico su delle belle musiche lo avrei apprezzato ugualmente)


Le stelle della Promenade des Anglais

E' Natale anche sulla Promenade des Anglais. Ma è un Natale un po' diverso, non ci sono gli abeti decorati, non ci sono le caselle per la posta di Babbo Natale o lui stesso abbarbicato alle pergolas e neanche le luci sulla Tour Bellanda là in fondo a chiudere l'immaginario abbraccio della Baie des Anges al mare.

Restano le decorazioni degli hotel e dei ristoranti, ma è un Natale che per scelta si festeggia un po' più lontano da quella chaussée e da quel trottoir su cui ancora rimbombano le grida di disperazione e gli spari e il silenzio attonito di quella sera.

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Le palme sì, quelle sono accese in mille stelle che sembrano voler volare al cielo.

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E un unico Babbo Natale gigante è rimasto a presidiare il lungomare di fronte alle finestre dell'ospedale pediatrico di Lenval, poco lontano da dove è cominciato tutto.
Perché i bambini, loro, hanno tutto il diritto di sognare.

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Un grande cuore luminoso è invece apparso all'altro lato del folle percorso, lì dove ancora ancora e ancora vengono posti fiori, ricordi, peluche, lettere e messaggi per chi da qui ha raggiunto quel cielo in cui le luci della festa si erano appena spente. 

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update 22/12/16:
Le facciate degli hôtel più celebri della Promenade des Anglais si sono accese di proiezioni colorate, a tratti anche molto sofisticate, che riproducono in luce nevicate e stelle su sfondi colorati, nonché alcuni dettagli architettonici delle facciate.
Stasera c'erano i tecnici che sistemavano i proiettori davanti al Palais de la Méditerranée, degli italiani cui abbiamo chiesto come fanno a creare con tale precisione i particolari della facciata. Ci hanno risposto con un oscuro "in camera oscura" che ci ha lasciati sulla nostra curiosità, ma ci siamo complimentati. 

Hôtel West End:

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Le Negresco:

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Palais d ela Méditerranée:

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Hôtel Westminster:

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Hôtel Le Royal:

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Natale a Cannes

A Cannes non c'è solo lo sfavillante Villaggio di Natale a dare alla bella cittadina quell'aria di festa che la contraddistingue anche durante la stagione invernale.

Anche se lungo la Plage du Midi non sono molti i ristoranti ad essere rimasti aperti, quelli che hanno deciso di prolungare l'attività si sono vestiti a festa, con allegri alberi di Natale (innevati o tropicali che sia) che la sera si accendono di mille colori.

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Sul porto è stato allestito il grande luna park e anche gli yacht partecipano come possono all'atmosfera natalizia.

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Il Palais du Festival ha addobbato il suo scalone dal tappeto rosso con superbe decorazioni.

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E il tapis rouge per l'occasione prosegue idealmente per tutta la Croisette, quando alla sera si illumina del colore del Natale e del successo.

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Il rosso è il colore per eccellenza del Natale di Cannes ma quello che tinge il cielo di mille sfumature al tramonto è senza ombra di dubbio il più spettacolare.

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Non resta che aspettare i fuochi d'artificio che saluteranno il nuovo anno per aggiungere a questo cielo tutti i colori dell'iride.
Quest'anno si celebrano i 70 anni della settima arte e i fuochi piromelodici saranno a tema, creando le loro coreografie sulle colonne sonore dei film più celebri della storia del cinema.

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Village de Noël de Cannes

Il Villaggio di Natale di Cannes propone anche quest'anno i suoi numerosi chalet raggruppati sulle Allées de la Liberté. La patinoire, gli atelier per i bambini e gli spettacoli gratuiti completano l'atmosfera di festa che durerà fino al 2 gennaio.

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Sono le giornate più corte dell'anno e il sole lascia presto il posto ad un imbrunire illuminato magicamente da una volta stellata.

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Al centro del Villaggio il "kiosque à musique" il grande gazebo per i concerti, che è stato decorato con pupazzi semoventi, orsi polari , pinguini e lupi in un paesaggio innevato fiabesco. Col calare del buio tutto si illumina e diventa ancora più magico.

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Tutt'attorno gli chalet propongono articoli artigianali e prodotti enogastronomici: brioches ungheresi, gaufres, castagne, macarons, cioccolato, affettati corsi, catalani e italiani, torrone di Montélimar, champagne, foie gras, ostriche, crostacei e specialità del Quebec. Noi, per il nostro spuntino, abbiamo optato per salumi italiani e prosecco.

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E poi c'è ovviamente il vin chaud. Quello di Cannes è il più buono, oltre che il più chic, servito in bei bicchieri di vetro, scalda le mani e anche il cuore.

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Per quel che riguarda i prodotti artigianali si va dagli articoli per la decorazione a quelli per bambini, dagli accessori di abbigliamento ai gioielli, alle statuine per presepi e alla cartoleria.


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Sabato 24 dicembre, dalle 15 alle 17 è prevista lungo la rue d'Antibes una parata di Natale: 35 personaggi in peluche rappresentanti i personaggi dei cartoni animati percorreranno a suon di musica la via centrale della cittadina.
Esposizioni di presepi alla chiesa di Notre-Dame de l'Esperance al Suquet e a Forville.