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March 2016

Moon

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Moon
è un film di fantascienza britannico scritto e realizzato da Duncan Jones (figlio di David Bowie) e presentato al Sundance Festival nel gennaio del 2009.
Realizzato in 33 giorni con un budget assai ridotto offre uno scenario di un possibile futuro dello sfruttamento delle risorse spaziali ed umane e al tempo stesso dell'incontro di un uomo con se stesso, le sue memorie e il suo destino.

 

Lo spettatore si trova dall'inizio a vivere l'atmosfera un po' claustrofobica della vita nella base lunare, ma soprattutto è chiamato assieme al protagonista a ricostruire poco a poco i pezzi della vicenda come se si trattasse di un puzzle del quale solo alla fine (e forse nemmeno allora) risulta chiaro il disegno. 

Il film comincia con lo spot pubblicitario delle Lunar Industries: durante il 21° secolo la terra ha conosciuto una grave crisi energetica da cui è uscita cominciando a sfruttare l'elio-3, un isotopo non radioattivo dell'elio presente sulla luna, che viene usato nelle reazioni di fusione nucleare.

La stazione lunare Sarang (parola che in coreano significa amore, in sanscrito pavone e in malay nido), attraverso la quale si controlla il lavoro delle 4 mietitrici che estraggono l'elio-3 dalla polvere lunare e la restituiscono in forma concentrata per essere inviata sulla terra quale prezioso combustibile, è presidiata da un solo astronauta, Sam Bell (Sam Rockwell), impiegato con contratto triennale alla fine del quale dovrebbe ritornare dalla sua famiglia sulla Terra. L'unico suo compagno è il computer parlante GERTY, che nella versione originale ha la voce di Kevin Spacey.

Sam è isolato sul lato oscuro della luna, poiché le radiazioni solari hanno messo fuori uso le comunicazioni con la terra e attende la fine delle ultime due settimane di missione per tornare finalmente dalla moglie e dalla figlia dalle quali riceve solo messaggi registrati. Ma succede un incidente che cambierà il suo destino.
L'isolamento sembra fare brutti scherzi alla sua lucidità, Sam comincia ad avere delle allucinazioni, una delle quali causa uno scontro del suo rover con una mietitrice. Si sveglia all'infermeria ma capisce che qualcosa non va quando gli viene impedito di uscire dalla base per riparare la mietitrice che non funziona più.
Con uno stratagemma riesce a raggiungere il macchinario estrattore e q
uello che vi trova è un altro se stesso ferito che riporta alla base per essere curato. Assieme comprendono di essere cloni generati a partire dal vero Sam Bell in cui sono stati impiantati i suoi ricordi.
Da questo momento i due Sam si impegnano a cercare di smascherare l'operato della Lunar Industries che avrebbe quindi a questo punto isolato volontariamente la base dalla terra.
Lo stato di salute di Sam-1 degenera sempre più. I suoi sintomi sono assimilabili ad avvelenamento da radiazioni, non si sa se indotte o accidentali, in ogni caso coincidono stranamente con la fine del periodo triennale cui ogni clone sembra essere dedicato e dopo il quale viene incenerito.

Scoperto il deposito di cloni e il modo in cui le trasmissioni sono state interrotte (Sam riesce anche a contattare la figlia che ora ha 15 anni dalla quale apprende che la moglie è morta) ai due non resta che trovare il modo di sfuggire a quella che dalla Lunar Industries è chiamata "missione di soccorso", inviata sulla luna formalmente per riparare il guasto alla mietitrice, in realtà per eliminare il corpo del clone coinvolto nell'incidente, in modo che un solo Sam alla volta sia presente sul suolo lunare.

Per salvarsi i due progettano allora di risvegliare un terzo clone da riportare nel rover perché la missione di soccorso trovi il suo cadavere mentre uno dei due Sam tornerà sulla terra attraverso la navicella normalmente utilizzata per spedire il combustibile. Sam-1, visto il deteriorarsi progressivo del suo stato, decide di sacrificarsi al posto del nuovo clone risvegliato, mentre Sam-2 riesce a partire per la terra proprio mentre i soccorsi entrano nella base.
Il viaggio di ritorno di Sam è accompagnato dai commenti dei media in cui si passa dalla messa in accusa della Lunar Industries per crimini contro l'umanità al sospetto che si tratti di "un folle o di un immigrato clandestino".

Alcune scene del film fanno pensare a 2001 Odissea nello spazio: la Luna, il computer GERTY così simile a HAL 9000 , le morti programmate, le ambientazioni retrò della stazione con i corridoi ottagonali, la forma stessa del sarcofago in cui cloni giacciono prima di essere inceneriti, la musica classica utilizzata in molte scene, persino il font sugli schermi e sui pannelli luminosi fanno del film una sorta di tributo al capolavoro di Kubrick.

Magistrale l'interpretazione di Rockwell, cui l'unico altro personaggio a fare da contraltare è un computer.
GERTY è programmato perché alla base tutto funzioni e perché la missione abbia sempre successo, ma soprattutto per prendersi cura di Sam.
In più occasioni contravviene a quelle che sembrerebbero essere direttive non discutibili: quando consente a Sam-2 di uscire per controllare cosa è successo alla mietitrice Matthew, quando digita per Sam-1 la password che gli permette di vedere i messaggi dei Sam che lo hanno preceduto, quando accetta di risvegliare un terzo clone che salverebbe la vita ai due Sam e infine quando suggerisce al Sam sopravvissuto di cancellargli la memoria e farlo ripartire, in modo che nessuno scopra quello che è successo sulla base.

Nel futuro qui disegnato la macchina si rivela alla fine più umana dell'uomo, che è arrivato a servirsi di altri uomini come di macchine.

 

 


Gemma Bovery

Come non rimanere incuriositi, cercando un film da vedere, da un simile titolo, che strizza ironicamente l'occhio alla patetica e sfortunata eroina di Flaubert?
La lettura della sinossi e l'estratto del film sono stati altrettanto invitanti e la visione si è rivelata infine molto gradevole. E' un film che consiglio, molto godibile anche per chi non conosce la trama del romanzo che riecheggia.

Gemma Bovery (2014) è tratto dall'omonimo romanzo di Posy Simmonds, che narra la storia di una coppia inglese che va a vivere in Normandia, là dove Flaubert ha ambientato Madame Bovary
E' una commedia in cui la regista Anne Fontaine dà vita a una serie di personaggi disegnati in modo molto divertente, giocando sulla caratterizzazione di inglesi e francesi e anche con tutta una serie di rimandi e allusioni più o meno esplicite agli eventi e ai personaggi del quasi omonimo romanzo di Flaubert.

 

Protagonista e narratore è Martin (Fabrice Luchini), parigino trasferitosi in Normandia, dove ha ripreso la panetteria del villaggio un tempo gestita dal padre. E' qui che un giorno fa la sua comparsa una coppia di inglesi dai nomi decisamente evocativi, soprattutto per lui, appassionato di letteratura e di Flaubert in particolare: Gemma (Gemma Arterton) e Charlie Bovery (Jason Flemyng). 
Affascinato dalla bella inglese inizia a seguire in modo sempre più ossessivo le vicende dei vicini di casa, che gli appaiono da subito stranamente omologhe a quelle che la povera Emma si trova a vivere circa 150 anni prima.

Il carattere un po' remissivo di Charlie (che è vedovo) e la relazione di Gemma con Hervé, giovane studente di diritto (come il Léon di Emma Bovary) accomunano in modo singolare le due storie, ma ci sono anche altri dettagli che rievocano le pagine del celebre romanzo ottocentesco, come le passeggiate per la campagna in compagnia della cagnetta, i debiti cui la coppia deve far fronte, l'arsenico del veleno per topi da cui costantemente Martin la mette in guardia e persino il "castello" in cui il fantasioso panettiere riesce a immaginarsi il fatidico ballo che tanto si era insinuato nel cuore di Emma, quella vera.  

Ma chi è la vera Emma? 
E soprattutto, chi davvero soffre di bovarismo tra i personaggi della fiction cinematografica? Chi si trova immerso in quello stato di insoddisfazione sul piano affettivo e sociale che si traduce in ambizioni vane e sproporzionate e nella fuga in un mondo immaginario e romanzesco?

Non Gemma, che sembra sfiorare la vita con una leggerezza lontana mille miglia dal bisogno tormentato di Emma di vivere ogni volta qualcosa che non ha. Le somiglianze tra le vite delle due quasi omonime sembrano essere infatti tutte superficiali e si fermano a avvenimenti solo apparentemente simili che alla fine suonano come ironiche coincidenze nello sfilare delle loro vite così lontane.

E' Martin piuttosto ad avere un profondo bisogno di dipingere la vita del piccolo villaggio di provincia a tinte un po' più forti di quanto non lo sia la sua esistenza vagamente sbiadita. Lui stesso si presenta in una sorta di prologo come ormai disincantato di fronte alla realtà di quella campagna che immaginava ben più idilliaca e da cui trova una via di fuga solo nei suoi romanzi e nel fantasticare sulla vita, non sua ma degli altri.

E' lui infine a ricreare, osservandola e persino intervenendo in essa (in mancanza di lettera di addio come quella di Rodolphe a Emma sarà lui a falsificarne una a nome di Hervé), la trama della novella Mme Bovary, che avrà una fine altrettanto tragica della sua antesignana.
Sarà proprio quella fine a sottolineare una volta di più le profonde differenze tra le due donne: Gemma non decide della sua morte ed è solo un bizzarro destino manovrato involontariamente dai tre uomini che la amano a trascinarla con sé. 

Un film a mio avviso piuttosto riuscito, dall'atmosfera coerente e dai personaggi compiuti, una specie di favola un po' tragicomica in cui il sorriso prevale sulla drammaticità dell'esistenza.
Su tutta la vicenda  lo sguardo di Gus, il "bastardo indifferente", come lo chiama Martin: il suo cane, che osserva senza farsi troppe domande il concatenarsi deterministico degli eventi.

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La quiete dopo la tempesta

Era il 2010 e ci eravamo da poco trasferiti a Nizza. Quell'inverno a  dire il vero era successo un po' di tutto, meteorologicamente parlando, a partire dalle nevicate che ci hanno accolto subito dopo il trasloco per arrivare ai numerosi "coups de mer" che hanno funestato la costa fino ad aprile.

Quelli di allora furono cosa seria e causarono anche danni notevoli, a differenza di questo ultimo che, pur essendo di grande spettacolarità è stato tutto sommato innocuo.
La tempesta è avvenuta durante la notte tra venerdì e sabato, ma il mare è rimasto arrabbiato per tutta la giornata di ieri e ancora oggi il suo colore tradiva un certo scombussolamento intestino.

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Ma il peggio è passato. Oggi era così

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Il mare dimentica in fretta.