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January 2016

El Merkado a Nizza

A Nizza c'è una sproporzione piuttosto evidente tra la quantità infinita di ristoranti e i locali in cui si può limitarsi a consumare un aperitivo accompagnato da tapas e piatti veloci. Si fatica un po' a trovarne di questi ultimi, che sono per lo più concentrati nel Vieux Nice.
E' questo il caso di El Merkado, che si trova in rue François de Paule, proprio di fronte all'uscita principale della Mairie.

Nonostante la terrazza un po' anonima che quasi non si nota passando, una volta varcata la soglia si scopre un locale davvero carino, arredato con oggetti misti di modernariato, sedie retrò, poltroncine e panche in legno e con una decorazione che rende l'atmosfera al tempo stesso calda e pulita. 
Luce gradevole e sottofondo musicale completano l'ambiente.

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La carta delle tapas è fornitissima ed è declinata sui sapori della Spagna.
Quella delle bevande, accanto alla sangria, ai vini e ai cocktail più classici offre creazioni originali e variazioni sul tema ottenute con l'aggiunta di ingredienti insoliti.

Come il mio El Diablo, un margarita al peperoncino davvero focoso!

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Locale consigliatissimo per aperitivi tra amici.

 


Les Issambres - Roquebrune-sur-Argens

Se il toponimo Les Issambres è di origine incerta (l'etimo più probabile pare essere dal provenzale lei Sambro che significa "cavità nella roccia", anche se samaro, "estate" in gallo antico e il legame con il popolo dei Cimbri sono ugualmente contemplati), appare invece certa sopra ogni dubbio la bellezza del luogo.
Otto chilometri di coste che si aprono in criquescalanques e spiagge sabbiose sul Golfo di St-Tropez, tra St-Aygulf e Sainte-Maxime. Otto chilometri in cui la natura regna sovrana con una vegetazione lussureggiante di pini marittimi, palme e querce che profumano l'aria arrivando fino al mare.

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E' da qui che siamo partiti, dal mare, domenica scorsa quando abbiamo deciso di esplorare la zona. 
Chissà perché non l'avevamo ancora fatto. Forse perché St-Tropez è St-Tropez e quando ci vai tiri dritto dall'autostrada che corre all'interno (eppure quel pannello raffigurante il Rocher di Roquebrune mi incuriosiva ogni volta, ma ci torno a breve) e quando pensi invece al Var più prossimo ti fermi mentalmente a Fréjus.
Insomma, che sia colpa degli assi autostradali e delle loro uscite o delle traiettorie mentali e delle loro precedenze, fatto sta che questa parte della costa non l'avevamo ancora visitata.

Sapevo che doveva esserci un sentier des douaniers anche da quelle parti, ma nessuna indicazione ci ha aiutato a trovarlo. Così in un primo momento abbiamo esplorato le spiagge che si estendono ad ovest verso il porto. Qui abbiamo consumato il nostro spuntino e schiacciato anche un pisolo al sole, incredibilmente caldo per la stagione. 

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La tappa successiva ci ha portato alla meta. Il Vivier Gallo-Romano de la Gaillarde è una delle importanti vestigia dell'occupazione romana in Provenza. E' un'ansa naturale lunga 20 metri e larga da 5 a 12 tra la costa e cinque scogli, in cui dei muretti separano tre bacini di larghezza e profondità diversa, che permettevano la pesca attraverso un sistema di valvole e di trappole per i pesci.

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E' qui che abbiamo trovato quasi per caso il sentier littoral che cercavamo.
Oddio, abbiamo continuato a cercarlo un po' per tutto il percorso, essendo il suo tracciato spesso indistinguibile in mezzo alle rocce che costeggiano il mare: qualche raccordo in cemento nei punti più critici e delle scalette in quelli più ripidi ci rassicuravano di tanto in tanto, convincendoci che stavamo percorrendo la strada giusta.
C'è da dire che in questo modo l'immersione nella natura è senz'altro più completa, nel caso in cui non bastassero per viverla appieno il silenzio totale e il profumo inebriante del mare e della vegetazione circostante.

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Finalmente soddisfatti della nostra passeggiata lungo il mare siamo tornati al villaggio di San Peire, vicino al porto, ai piedi del Col du Bougnon da dove siamo saliti a Roquebrune-sur-Argens, la municipalità di cui fa parte questa località costiera.

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Si tratta di un villaggio medievale, di cui restano ancora numerose costruzioni risalenti all'XI e al XIII secolo.
La cittadella fortificata che diede origine al centro fu proprietà dei Templari, come numerose cappelle, mentre la chiesa di St-Pierre et St-Paul è stata ricostruita nel XVI secolo su resti di quella del XII secolo.

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Sul villaggio domina il Rocher di Roquebrune. Classificato luogo di interesse nazionale, questa altura di 373 metri formata di grès rosso e ricoperta di macchia mediterranea è caratterizzata da una particolare erosione che vi ha scavato grotte e modellato colonne in forma di funghi, che saranno sicuramente meta di una nostra prossima gita. 

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(ecco, ci torno a breve, come dicevo più sopra)

 

 

 


Ritorno a Cap Dramont

Sono passati solo due mesi dalla nostra ultima gita al Cap Dramont ma rispetto ad allora l'inverno ha preso decisamente il sopravvento.
La prima conseguenza di ciò è che il bagno ristoratore alla spiaggia di Camp Long questa volta ce lo sogniamo.
La seconda è che l'aria cristallina di gennaio ha, per quanto allora potesse sembrare impossibile, acceso ancora di più i colori di questo luogo eccezionale. 

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I sentieri che si tuffano nel bosco partendo dalla strada principale che collega il Port de Poussaï a Camp Long sono numerosi, questa volta ne abbiamo imboccato uno che ci ha portato su una vasta spianata fatta apposta per il nostro pic-nic al sole. Si tratta della Pointe de l'Esquine de l'Ay.

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Qui le rocce rosse che scendono dal Sémaphore ricoperte dalla macchia mediterranea sembra proprio vogliano solo mescolare il loro profumo a quello del mare. Qui c'è solo il rumore delle onde.

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Questa volta abbiamo completato il percorso ad anello, passando sempre dai sentieri più prossimi al mare all'andata ma salendo fino al Sémaphore nel percorso di ritorno. Siamo a circa 200 metri e la vista sulla baia di Agay e il Pic Roux dell'Estérel è un vero spettacolo.

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Una bella camminata, circa 7 chilometri di saliscendi tra discese verso il mare e risalite sul sentiero principale con sempre nuovi panorami che si aprono sul blu.

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Il ritorno alla Plage di Débarquement è piuttosto rapido e abbiamo il tempo di passare dalla vicina Saint-Raphaël per rifocillarci e godere della spiaggia al tramonto.

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L'ho già detto che se il paradiso esiste deve avere per forza i colori dell'Estérel?

 


Gennaio che avanza

In realtà non avanza niente, se in caso manca.

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A cadenza regolare.
Più tempo, a tempo, tempo al tempo, ci vorrebbe più tempo.

Tempo di lasciarsi sorprendere in volo e tempo di sorprendersi del volo

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Intanto gennaio avanza

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Non manca niente

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ce n'è fin troppo di gennaio nell'aria

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E' tutto gennaio che avanza.


New Year's Eve 2016

Come ormai abitudine da un po', l'anno vecchio qui si saluta in famiglia.

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Una cena a lume di candela col gatto che rompe per avere la sua porzione di pesce è davvero il migliore degli idilli che si possano desiderare. 

E la "Gambetta" di Canet il migliore dei dessert!

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L'anno nuovo invece si saluta all'aperto, perché sia di buon auspicio alle novità che vengono da fuori. Possibilmente facendo qualcosa di bello che soddisfi gli occhi e lo spirito.

Quest'anno è stata la volta di Monaco, dove il villaggio di Natale con tutte la casette, la ruota e la pista di pattinaggio erano aperti fino alle 3. Una folla festante ballava, rideva, esprimeva desideri e si baciava al ritmo della musica suonata in due postazioni con dj.

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Alla mezzanotte in punto i fuochi sparati dal molo

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E dopo i fuochi niente di meglio che una pattinata benaugurante. 
Cominciare il nuovo anno facendo sport, ridendo e divertendosi con qualche coppa di champagne non può che essere di buon auspicio.

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Buon 2016!