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November 2012

Il Garda (trentino) a novembre

È capace di belle sorprese.

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e anche di piacevoli riscoperte.
Come la passeggiata sul monte Brione che offre una vista spettacolare su tutta la porzione di lago trentina.
Nago e il Castel Penede, Torbole, le foci del Sarca e il Lido di Arco; infine anche Riva del Garda. Mentre si sale lungo il sentiero panoramico i paesaggi si aprono sempre di più allo sguardo.

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Verso sud il lago lascia ammirare i suoi riflessi argentei

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Il tempo era un po' grigio, ma i colori c'erano tutti lo stesso. 
Del resto perché avrebbero scelto di immortalare proprio questo soggetto  i Modà con Jarabedepalo nel loro video "Come un pittore" ? 
Il Garda trentino col Brione circondati dall'azzurro del cielo e del mar... ops... del lago!  

Brione
Qui sotto il video completo, girato sulla spiaggia di Malcesine.

 


5° Raduno dei trenini Dotto ad Arco

Il 24 e il 25 novembre ha avuto luogo ad Arco il 5° raduno dei trenini Dotto, azienda che festeggia quest'anno il suo 50° anniversario. La Dotto è stata fondata infatti nel 1952 a Castelfranco Veneto in provincia di Treviso da Ivo Dotto.
E' stata un po' una sorpresa per me scoprire che l'azienda leader in questo campo, che esporta in 50 paesi del mondo e nei 5 continenti, è italiana e soprattutto che nasce dal sogno del suo fondatore (che inizialmente aveva una fabbrica di giocattoli): un trenino in ogni città del mondo, questo il suo desiderio!
Si tratta per lo più di treni utilizzati a scopo turistico, ma non solo, ci sono anche casi in cui vengono usati per gli spostamenti nella vita quotidiana all'interno delle città, per rispondere alla nuova sensibilità nei confronti dei problemi dell'ambiente.

Navigare sul sito dell'azienda è un vero spasso! si scoprono infatti le diverse linee di trenini: classica, moderna , funny e su binario e ci si può persino sbizzarrire a creare il proprio progetto di treno scegliendo tra decine di locomotive, vagoni e colori! è uno spettacolo, vale la pena di provare.... andate qui ! 

Ad Arco erano presenti una ventina di treni, quasi tutti di foggia tradizionale (come accade in genere per tutti i giochi, anche nel caso dei trenini si privilegia lo stile conservativo: la locomotiva dall'aspetto retrò sfoggia per lo più un bel fumaiolo che presupporebbe un'alimentazione a vapore); dicevo, quasi tutti di foggia antica, tranne quello svizzero e quello tedesco: Lugano e Binz hanno infatti privilegiato lo stile moderno, preferendo trenini che assomigliano più alle ramettes del tram di Nizza che ai classici trenini tanto amati da bambini.... chissà perché...

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Sabato pomeriggio si è svolto sul piazzale Segantini il 3° campionato italiano di piloti di trenini. La competizione consisteva in tre prove: una caccia al tesoro di 13 punti da scovare all'interno della cittadina, una prova di abilità consistente nel riuscire a spostare un castello di cartoni senza farlo cadere e infine una sfida in cui i piloti dovevano togliere il maggior numero di palline da un vagone pieno delle medesime.

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Il podio dei vincitori è il seguente:

1. Brescia Trasporti Turistici punti 1832

2. TTL - Trenino Turistico Lugano  punti  1829

3. Gonfiabilie trenini Strobbia - Milano  punti 1763

Infine sono riuscita anche a scoprire perché la Dotto abbia scelto proprio Arco per festeggiare il 50° anniversario ... guardate qui !!!!
(non diteglielo però che il paesello non si chiama Arco di TRENO .... potrebbero rimanerci male!)


I presepi di via Stranfora ad Arco

Via Stranfora (dal latino trans forum, vale a dire "oltre la piazza") è la strada principale del quartiere medievale di Arco, quell'insieme di viuzze e vicoli che sorgono sotto il versante sud-ovest della rocca del castello. L'atmosfera è già bella di per sé, lungo le strade ciottolate e tra le case con i balconi in legno alla trentina, i portoni e gli avvvolti antichi, ma nel periodo prenatalizio il quartiere sperimenta il suo lato più fantasioso proponendo un'originale rassegna di presepi di tutte le fogge.
Ricamati come degli arazzi, dipinti sui gusci d'uovo o su taglieri di legno, scolpiti nel legno o nel metallo, di stoffa, di paglia, di pane, o inventati a partire dagli oggetti più strani. Oppure rispettosi delle usanze più comuni, con le classiche statuine attorno alla tradizionale capanna.
Come quello nella chiesetta di San Bernardino che si trova ai piedi della via, che rende omaggio in questo modo alla torre sotto la quale sorge:

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Ne spuntano ovunque, di grandi o microscopici, costruiti nei porticati, in piccolissime nicchie tra le mura antiche, nelle aiole, nei cortili o nelle fontane... ce n'è circa 50!

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Mercatini di Natale ad Arco

Sono cominicati la settimana scorsa  e dureranno fino alla vigilia di Natale.
Sono i caratteristici mercatini natalizi che si svolgono tutti gli anni attorno alla Chiesa Collegiata nell'amena cittadina del Garda trentino.
Per il prossimo mese  durante il week end Piazza 3 Novembre, piazza Marchetti e il piazzale Segantini antisante i giardini pubblici si animeranano delle luci e dei colori, delle decorazioni e della festa che fanno da contorno alle festività di fine anno.

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Oltre alle classiche casette che propongono idee regalo di fattura artigianale, decorazioni, gastronomia e vin brulé, ci sono anche diverse animazioni; nei pressi dei giardini pubblici c'è la possibilità di far cavalcare un pony al proprio bimbo o di prendere uno dei trenini che fanno il giro del rione medievale della città, quello che sorge proprio sotto il celebre castello e che ospita per l'occasione una originale esposizione di fantasiosi presepi.

E poi c'è il calendario dell'avvento proiettato sulle facciate dei palazzi: a partire da dicembre il numero corrispondente alla giornata in corso cambierà di colore fino ad arrivare ad un fantastico Natale variopinto.

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Il Paradiso esiste

Macchine fotografiche da favola, Gatti bellissimi, cagnoline affettuose, cose buone e amici ospitali: un posto che riunisce tutto questo assieme non può che essere il paradiso! 

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marco w/hasselblad

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anto w/nikon D4

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tarot che beve alla sua tazza

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tarot baciato dal sole

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Isis a ponente luna crescente

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India alla presa 
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presa

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Margherita all'opera

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Sembra proprio che il paradiso esista e si trovi nel Var, immerso in una natura lussureggiante che è solo apparentemente ostile (se si eccettua il cinghiale che può capitarti di incontrare, così, sull'uscio uscendo la sera o presto al mattino col cane... )

Tuttavia tesi avverse all'evidenza dei fatti farebbero risalire l'etimo del vicino villaggio di Chateaudouble alla crasi  tra le parole "chateau" "du" e "diable", insinuando che in tutto questo ci sia lo zampino del demonio.

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Ecco, se cossi fosse, c'è da dire che l'avrebbe fatto davvero bene, dando al suo operato un aspetto davvero celestiale.
Come è giusto che sia.


Klein Byars Kapoor al MAMAC

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L'esposizione temporanea che fino al 16 dicembre accosta questi tre artisti al MAMAC di Nizza ha come linea guida la monocromia. 
Il blu dei quadri in rilievo e delle installazioni di Yves Klein, il bianco delle sculture in marmo di James Lee Byars, il rosso della cera di Anish Kapoor.

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La trilogia è costruita infatti non solo su colori diversi, ma anche su materiali dalla consistenza molto differente: dall'oltremare opaco della polvere di Klein si passa alla bianca solidità vellutata del marmo di Byars per terminare con la cera sanguigna, molle e plasmabile di Kapoor.
Le tre sale, ognuna dedicata ad un artista sono ciascuna un'esperienza sensoriale intensa, realizzata anche attraverso l'uso della luce che accarezza la materia ogni volta in modo magistrale.

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La monocromia, pur connotando in modo intensissimo le opere in questione permette di concentrarsi sugli aspetti dell'opera altri dal colore: la forma prende il sopravvento, seppur colorata di infinito, di candore o di carnalità. 

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In volo

Quando finisce un viaggio non sono mai malinconica.
Il viaggio è bello proprio perché è una parentesi: il ritorno ne fa parte almeno quanto la partenza.
E forse anche di più.
Perché quando torni hai con te un bagaglio molto più pesante di quando sei partito; no, non sto parlando del risultato dello shopping, ma di tutto quello che hai visto e che diventerà presto ricordo; di tutto quello che hai imparato e che prima non sapevi; di tutto quello che scoprirai piano piano di aver fatto tuo. E solo dopo essere tornata ti può succedere.

Ma c'è un altro motivo altrettanto importante: il volo! Non so se è proprio vero che partire è un po' morire (non l'ho mai capito questo detto, ma ho la sensazione di non condividerlo), in ogni caso, ritornare vuol dire comunque volare!

Dev'esserci per forza una ragione profonda, anzi probabilmente più d'una per cui amo tanto il volo.

La vista dall'alto, certo: con nessun altro mezzo l'orizzonte risulta altrettanto ampio e privo di ostacoli, insomma libero; e poi l'ebbrezza di vincere la forza di gravità, di viaggiare a quasi 1000 km/h, di abbracciare panorami enormi con un solo sguardo, di vedere il sole al di sopra delle nuvole, quella, in nessun altro modo la si può vivere.

La partenza da Nizza all'alba è stata quasi lirica, con quella vista su Cap Ferrat e poi su Cap d'Antibes e il golfo di Cannes sullo sfondo!

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Ma anche Londra vista dall'alto ha il suo fascino, con le vie appena curve su cui si affacciano case così simili. Ti sembra di capire di più di un posto dopo averlo abbracciato dall'alto. 
(si capisce, vero, che cerco sempre di avere il posto finestrino?) 

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E poi l'arrivo a New York e quello a Las Vegas, le cui luci alla sera le davano l'aspetto di un'isola in mezzo al mare.

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Infine la partenza da Los Angeles, immensa nella notte.

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Cinque decolli e cinque atterraggi sono davvero troppo lusso! adoro soprattutto quando l'aereo si stacca da terra: il rumore dei motori  e il dondolio dell'apparecchio in questa fase devono avere un forte impatto sul mio sistema simpatico, visto che quasi sempre mi appisolo, cullata come un bimbo.
Il tempo, poi, passa diversamente mentre sei chiuso in quella capsula. No, non mi riferisco agli effetti, che seppur minimi ci sono, della teoria della relatività, ma al fatto che, anche se sei seduto su un sedile spesso non troppo confortevole, i ritmi e i riti di tali viaggi che durano 10 ore e più fanno sì che tutto scivoli via facilmente, come l'aereo sopra le nuvole.

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L'amore per gli aerei deve poi necessriamente derivarmi anche dalla passione paterna: decine di libri sulla storia dell'aviazione, le enciclopedie, i modellini che costruivo con lui da bambina devono avermi per forza segnata.
E salire sul Jumbo ha avuto il suo perché.

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E anche se non lo abbiamo preso metto pure l'A380, per par condicio e per affetto verso un amico che progetta gli Airbus (e anche perché è bellissimo, ovvio!)

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Per finire, io adoro anche gli aeroporti, queste enclave che sono ovunque simili le une alle altre; e la gente che li popola, creature di passaggio, che portano nel cuore il desiderio dell'ignoto o la voglia di casa.
Sono mete transitorie, luoghi di attesa dove il "non far niente" assume una concretezza particolare e una profondità diversa che altrove, diventando persino utile!

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Insomma, concludendo: quando si riparte? 


Sulle onde a Malibù

Eccoci arrivati all'ultimo giorno. Poi si partirà, bisogna quindi pensare a salutare ancora una volta l'Oceano.
Direzione, quindi, Malibù e i suoi "27 miles of scenic beauty"!

Il panorama si presenta subito in tutto il suo spettacolo: splendide case davanti ad estesissime spiagge e soprattutto alle onde del Pacifico.

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Sono le onde infatti le protagoniste, qui. 

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Le più ricercate, dai surfisti e non solo...

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ln mezzo ai surfisti infatti è apparsa, a pochi metri dalla costa, una coppia di delfini che si divertiva a cavalcare le onde almeno quanto loro!!!!

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 bellissimi!


Universal Studios

Solo negli Stati Uniti ho trovato questo tipo di commistione tra differenti destinazioni d'uso; nel senso che a qualunque cosa sia vocato un luogo, se esso può diventare anche un'attrazione, o meglio ancora un parco a tema, ben venga! 
Così è stato quando ho visitato il centro della Nasa vicino a Cap Canaveral, o l'autodromo di Daytona e lo stesso accade per gli studi televisivi della Nbc e per moltri altri luoghi che normalmente sono destinati ad altro scopo.
Operazione di marketing o intrinseco bisogno di spettacolarizzare la realtà, qualunque ne sia la ragione principale, nel vivere questo tipo di esperienze viene davvero da chiedersi perché in Europa non si sappiano sfruttare allo stesso modo queste potenzialità.
Perché non c'è nulla che vieti di fare cose serie e al tempo stesso anche giocare con esse.

Comunque, questo sono gli Universal Studios: un grande parco a tema.
A tema cinematografico, ovvio.

Certo la parte più didattica e più interessante è il tour degli Studios veri e propri ovvero i più grandi studi cinematografici mai esistiti: più di un ettaro e mezzo con 13 diversi quartieri interamente ricostruiti seguendo il progetto creativo dello stesso Steven Spielberg.
La visita avviene a bordo di un trenino, condotto da una guida preparata e brillantissima (inevitabile pensare si tratti di un'attrice) che attraversa l'enorme zona dedicata alle ricostruzioni degli ambienti esterni: la città (con la celebre piazza di Ritorno al Futuro), il villaggio "generico" (che può diventare qualsiasi parte del mondo cambiando pochi dettagli) quello del far west e quello messicano (dove può capitare di essere colpiti da un'improvvisa alluvione!) e persino il villaggio fantastico.

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Wisteria Lane (il set di Desperate Housewives) occupa da solo un'area gigantesca, riproducendo l'intero villaggio con tanto di viali e di giardini alberati.

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Si passa poi attraverso il set del disastro aereo de La Guerra dei Mondi

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e gli effetti speciali di Fast and Furious

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il leggendario Bates Motel di Psycho

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e il lago dove hanno preso vita le ricostruzioni dello Squalo

(che fra il resto è stato usato anche come set di Murder, she wrote, la Signora in Giallo)

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e anche in una stazione del metrò sconquassata da un incidente catastrofico (la guida ci ha detto che era stata usata per un film non ancora uscito, del quale quindi non ci poteva dire il titolo; dopo aver visto Skyfall non ho potuto fare a meno di fare il collegamento... chissà se era quello per davvero!)

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C'è poi l'attrazione King Kong 360 3D: un tunnel nel quale il treno è costretto a fermarsi a causa dell'attacco dello scimmione in questione! Le sue pareti sono costituite interamente da schermi su cui viene proiettato il film in 3D mentre il treno stesso è scosso dalla possente presa di King Kong; un'immersione a tutto tondo, un'attrazione che ha vinto anche il premio dell'International 3D Society.

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Tutto qui è sproporzionato, anche il gigantesco schermo verde che serve a ricreare enormi ricostruzioni di panorami esterni.

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Poi ci sono, appunto, anche tutte le attrazioni del parco a tema, che sono davvero tante.

Quando siamo arrivati (nel primo pomeriggio, perché avevamo dedicato la mattinata ad altro) alla biglietteria ci hanno detto che, poiché il parco quel giorno chiudeva alle 18 forse ci conveniva prendere il vip pass che permetteva di evitare le code.
Overselling o consiglio spassionato che fosse, noi non l'abbiamo seguito, preferendo non aggiungere questo esoso supplemento a un prezzo d'ingresso già decisamente elevato.

E abbiamo fatto bene. Mano a mano che si approssimava l'orario di chiusura i visitatori si facevano sempre meno numerosi e le file alle attrazioni sempre più rade, col risultato che anche se avevamo a disposizione solo il pomeriggio abbiamo potuto partecipare a gran parte degli show e delle attrazioni.

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Quella che mi ha coinvolto di più è stato Transformer 3D, un viaggio con picchiate e sparatorie fantascientifiche attraverso i palazzi e le strade di una città invasa da giganteschi robot distruttori. Appena scesa volevo rifarla, ma c'era dell'altro.

Sempre divertenti anche le rapide percorse in canoa, questa volta in un Jurassik Park ricostruito all'uopo, e poi il cinema dinamico di Shrek  4D

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Alcune attrazioni sono dei veri e propri spettacoli come Special Effects Stage, show in cui vengono spiegati in modo divertente e ironico i principali modi attraverso i quali si realizzano con la computer grafica i più comuni effetti speciali.

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e come Waterworld, spettacolare ricostruzione, creata con le scenografie dell'omonimo film, in cui attori e stunt men danno vita ad acrobazie e effetti pirotecnici che culminano con la caduta di un aereo in fiamme a pochi metri dal pubblico!

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All'esterno del parco il Citywalk costituisce un contorno altrettanto spettacolare, con i suoi viali e le piazze su cui affacciano ristoranti, negozi, cinema e teatri.

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e quando la sera le luci si accendono la magia sembra quasi vera.


Warner Bros Studios

"The entrance is right there between the Duffy Duck and Bugs Bunny Statues" 

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Alla parola "statue" il marco ha sgranato gli occhi e cominciato a ridacchiare ma la ragazza addetta ai biglietti non aveva alcuna ironia nel tono della voce.
Perché qui giustamente si prendono sul serio e quelli che per noi sono solo dei disegni animati a casa loro diventano dei veri personaggi di bronzo e ossa, che accolgono i visitatori che si apprestano a passare oltre lo specchio del loro mondo magico.
Il Vip Tour degli studios della WB è stato davvero interessante. Oltre a poter vedere dal vivo alcune ricostruzioni di ambienti esterni ed interni utilizzati per numerose riprese, abbiamo avuto dalla nostra guida Amanda un sacco di informazioni e curiosità su come vengono realizzati i film e sul dietro le quinte delle varie fasi di realizzazione.

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Ad esempio il fatto che gli stessi edifici appaiono in realtà in decine di film e che basta modificare i particolari e le insegne per cambiare completamente l'ambientazione e la destinazione dei medesimi.
Oppure che un semplice fazzoletto di prato può, se montato in seguito assieme a delle panoramiche adeguate, diventare niente meno che Central Park: nessuno potrà sospettare che l'attrice che si vede correre stia in realtà continuando a percorrere gli stessi tre metri, ma ripresa da angolazioni differenti.

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Qui l'arte cinematografica appare in tutta la sua mistificazione, ma il filmato che viene mostrato all'inizio e che riunisce le scene più emozionanti di decine di film memorabili prodotti proprio qui dimostra una volta di più come la finzione a volte possa essere assai più potente della realtà.

Il tour prevede anche la visita ai padiglioni dove vengono costruiti e custoditi tutti i complementi di scena. C'è davvero di tutto: lampade, quadri, mobili, dettagli architettonici, gli oggetti più banali riuniti assieme a quelli più preziosi, originali e dalle fattezze più ricercate; tutti sono poi esposti ognuno col suo prezzo, a disposizione delle varie produzioni che vorranno acquistarle o noleggiarle.

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In un padiglione sono poi esposte le vetture più famose che sono state utilizzate nei film più celebri.
Fa una certa impressione vedere parcheggiate qui le auto di Bo e Luke, di Batman, di Harry Potter (a quest'ultimo è dedicato anche un intero museo, nel quale però non possono essere scattate fotografie) e di altri personaggi entrati ormai in modo imperituro nel nostro immaginario.... ti aspetteresti quasi di vederli arrivare da un momento all'altro, inserire la chiave e partire!

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Una curiosità sulla Gran Torino dell'omonimo film: è l'unica vettura che non è di proprietà della WB, avendola Clint Eastwood acquistata per sé, anche se poi l'ha lasciata a disposizione degli studios perché possa essere ammirata dai visitatori.

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I set dove sono in corso attualmente delle riprese non si possono fotografare, ma quelli la cui produzione è da tempo terminata sì. E' il caso del padiglione in cui sono raccolti tutti gli arredi e gli oggetti di scena che sono serviti sul set della celeberrima serie televisiva Friends, un vero cult, i cui memorabilia sono ora raccolti tutti qui.

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Quanto alla celebre cisterna per l'acqua, un tempo destinata a placare eventuali incendi, dopo aver rischiato di rovinare al suolo durante uno dei terremoti che scuotono periodicamente la regione, è stata semplicemnte spostata in mezzo a un piazzale, per scongiurare qualsiasi incidente, ma in modo da essere allo stesso tempo salvaguardata; era infatti nel frattempo diventata il simbolo della Warner Bros e continua ancor oggi a svettare sopra gli studios, nonché in tutti gli spot introduttivi di ogni produzione della casa. 

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Durante il tour viene scattata a tutti i partecipanti anche una foto sul magico sfondo verde, quello che permette facilmente di proiettare i personaggi in un ambiente fantasioso.
(ripensandoci ora, potevamo anche noi essere un po' più americani e kitsch nella posa!)

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