Passaggio ad Arco
05/29/2012
Non si può passare ad Arco senza gustarsi uno spritz.
E nemmeno senza visitare il parco arciducale.
Un'oasi di verde, di pace e di silenzio.
ok, torniamo allo spritz...
Non si può passare ad Arco senza gustarsi uno spritz.
E nemmeno senza visitare il parco arciducale.
Un'oasi di verde, di pace e di silenzio.
ok, torniamo allo spritz...
I profumi a Cap Ferrat assomigliano tutti a delle piccole dita.
Quasi sempre ti fanno il solletico ai ricordi, ma a volte scavano talmente a fondo che non riconosci nemmeno più cosa diavolo siano andate a pescare.
Dal 20 al 26 maggio si svolge a Nizza il torneo ATP Open de Nice.
Ieri sera agli ottavi di finale il francese Monfils giocava contro lo statunitense Baker.
Ha vinto quest'ultimo (6-3, 7-6 [9], 1h31').
Non ho mai seguito più di tanto il tennis ma devo dire che assistere a un match sul campo di gioco ha sempre qualcosa di speciale. L'energia dei giocatori e quella del pubblico si trasmettono anche a chi non ci capisce poi più di tanto di net, ace e doppi falli...
Probabilmente è una regola che vale un po' per tutto.
(neanche di birre, in effetti, sono mai stata un'appasionnata... )
Sembra una parola magica. E forse lo è.
Non sono infatti riuscita a farmi svelare il segreto che permette a queste due amiche di creare simili oggetti con le loro manine, ma è forte il sospetto che ci sia di mezzo una bacchetta magica, una pozione segreta, un "abracadabra"!
Ecco qui, per esempio, i barattolini portaconfetti realizzati dalle due fatine in questione:
C'è anche un segnalibro; ma in realtà sono tante le idee regalo (bomboniere, album, biscottiere ecc.), tutte all'insegna della golosità e della giocosità, che potete trovare qui.
(ma solo dopo aver pronunciato la parola magica).
Oggi 19 maggio 2012 ricorre la notte europea dei musei.
Anche qui a Nizza tutti i musei non solo sono eccezionalmente aperti ben oltre l'orario abituale, ma ospitano anche eventi, concerti e conferenze organizzate per l'occasione.
Così passando davanti al Musée Masséna abbiamo visto che a partire dalle 18.30 avrebbe avuto luogo a intervalli regolari fino alle 22.30 una rappresentazione teatrale in cui degli attori impersonanti gli abitanti della Villa Masséna, Maresciallo compreso, avrebbero accolto gli ospiti immergendoli nell'atmosfera del tempo.
Seconda tappa al Musée des Beaux-Arts, che ospitava una interessantissima conferenza. Partendo da riflessioni sul tema della prospettiva della celebre Crocifissione del Bronzino (qui conservata) e sul significato del porsi al centro del mondo dell'uomo del '500, si arriva in seguito alle conseguenze del proiettarsi nello spazio dell'uomo degli anni '70 e alla decadenza di chi, al giorno d'oggi, non è più in grado di stupirsi di nulla.
E' da quando è cominciata questa strana primavera dai week end così spesso grigi e piovosi che aspettavamo di tornare all'Ile Marguerite.
Lì si ha davvero la sensazione di essere su un altro pianeta.
Musica, libro, sole. Il sonnellino pomeridiano arriva senza essere chiamato.
I gabbiani sono troppo simpatici e mi piace pensare che siano interessati alla nostra compagnia almeno quanto ai nostri panini.
Aspettiamo l'ultima motonave per tornare a Cannes.
(dalle corolle dolci e profumate non ci si stacca facilmente)
Lo scorso week end ha avuto luogo l'ottava edizione del Gran Prix Historique di Monaco, la gara dedicata alle vetture d'epoca che hanno partecipato a competizioni su circuiti internazionali dagli anni '30 agli anni '80 del secolo scorso.
La manifestazione si svolge ogni due anni sullo stesso percorso che tra una decina di giorni ospiterà la 70a edizione del GP di Monaco.
E' davvero interessante conoscere le ragioni che hanno portato alla nascita di questo incredibile Gran Premio cittadino: è stato infatti per poter assicurare l'esistenza del Rallye di Monte-Carlo che il padre del principe Ranieri III, Louis II, ha dato inizio nel 1929 alla più singolare tra le gare di Formula I.
L'Automobil Club di Monaco voleva che il Rallye di Monte-Carlo entrasse nei circuiti internazionali come gara nazionale, ma, dovendo essere corso su terreni anche montuosi, esso veniva forzatamente organizzato per la maggior parte in territorio francese; perché l'ACM fosse riconosciuto come club di uno stato sovrano era necessario avesse una gara che si percorresse interamente su territorio monegasco.
Detto, fatto: il principato da allora viene ogni volta trasformato per l'occasione nella pista che tutti conosciamo.
Le occasioni per immortalare i bolidi non sono certo mancate, ma la foto più bella è senz'altro quella scattata da marco con la sua SX70 e pellicola Impossible cool:
...funziona meglio la pellicola nuova o le auto vecchie?
Quel che è certo è che è sempre impressionante vedere la metamorfosi di queste strade in circuito, l'nnalzarsi delle immense tribune che rendono irriconoscibili le strade e le banchine, l'apparire delle transenne che chiudono l'orizzonte e il rimbombo del frastuono tra gli alti palazzi.
E ancora più affascinante è vedere queste automobili antiche (alcune più alcune meno) percorrere queste strade quasi a ritroso nel tempo ed immaginare le diverse condizioni in cui si poteva gareggiare a quei tempi, senza cinture, senza protezioni e in modo decisamente più pionieristico.
Una cosa è certa: a quei tempi nel porto di Monaco al posto degli yacht erano ormeggiate barchette di ben altra stazza:
(fotogramma tratto da un super8 del 1965 digitalizzato proprio oggi)
"Francesi che parlano bene italiano o italiani che parlano bene il francese?" ha chiesto il cameriere.
Peraltro non ricordo bene in che lingua l'abbia chiesto perché pure lui era abbastanza borderline.
In ogni caso c'era anche qualcosa di greco tra di noi.
Non nel menu però, oscillante tra il nizzardo, il corso e il pizzaiolico.
(anche se un paio di souvlaki non avrebbero affatto sfigurato!)
Domenica sera è stato il "jour J"!
Sì certo, anche quello dei risultati delle presidenziali in Francia, ma soprattutto quello in cui abbiamo finalmente festeggiato l'appartamento tutto rinnovato di Claudio!
Più di un anno fa era stato vittima (l'appartamento, non Claudio!) di un increscioso incidente che qui è meglio non rivangare, ma, come un araba fenice (ops l'ho rivangato) è risorto dalle sue ceneri bello più che mai (sempre l'appartamento, nè? senza offesa per Claudio)!
Eccoci a brindare all'agognata fine dei lavori, che si sono -come al solito- protratti ben oltre le aspettative e le speranze di chi ci si voleva al più presto insediare.
(chissà l'Eliseo quanto tempo ci hanno messo a costruirlo...)
Ho sempre provato un piacere particolare nel pedalare.
Forse è proprio la quantità di inerzia connessa in questo tipo di movimento che mi attrae: non so perché, ma una cosa che mi è sempre piaciuta un sacco fare in bici è pedalare fortissimo con un rapporto lunghissimo fino a sentirmi le gambe pesantissime, per poi lasciare che sia solo la forza della massa a farmi scivolare via.
Un po' come quando pattino sul ghiaccio.
La promenade des Anglais sembra fatta apposta per questo: cosa farne, infatti, di questa chilometrica ampia striscia di asfalto liscio se non correrci a piedi, sui roller (o sui più variegati e improbabili skate) e, appunto, in bicicletta?
Ieri non abbiamo corso, però; è stata piuttosto una tranquilla passeggiata con qualche pausa fotografica. C'è sempre qualcosa di bello da fotografare.
Anche le cose belle hanno una loro inerzia.
Continuano ad essere tali anche quando non ti riguardano