November 2011
Venet - Ligne indéterminée
11/25/2011
Il mare d'inverno....
11/22/2011
....è come un film in bianco e nero, diceva la canzone.
Presumo si riferisse all'atmosfera malinconica che hanno i luoghi abituati alla folla, quando cominciano a vivere una solitudine che ha più il sapore di un'attesa che quello di un abbandono.
Sarà... ma anche la versione a colori non è male, in fondo
...le cartoline dai colori più belli in genere vengono scattate in inverno.
Dicono.
20 novembre, Cap Ferrat
11/21/2011
E' autunno. Con un po' di impegno si trova anche qui il suo giallo dorato....
eh vabbè, si fa quel che si può...
Forse meglio lasciar perdere il giallo e concentrarsi sul blu....
Le train des pignes, parte seconda: Entrevaux-Digne
11/15/2011
Risale a gennaio scorso la prima gita che abbiamo fatto su questo treno. Qui un breve racconto riguardante la storia di questa linea ferroviaria e la tratta da noi allora percorsa tra Nizza e Entrevaux.
Mancava una metà esatta da percorrere, quella che dal borgo medievale fortificato da Vauban porta sino a Digne-les-Bains, capoluogo delle Alpes de Haute-Provence (o delle Basses-Alpes, come si chiamava il dipartimento ai tempi in cui ci aveva vissuto mio papà). Anche la cittadina peraltro si chiamava solo Digne, avendo preso il successivo qualificativo solo nel 1968.
In realtà dovrei parlare di ritorno, visto che a Dgne c'ero già stata all'età di 5 (o 6?) anni a trovare i prozii, dopo una vacanza con mamma e papà in Liguria. In realtà di quel viaggio ricordo pochissimo e questa cittadina vive nella mia memoria più come mito tramandatomi dai racconti di papà. In ogni caso ci sono tornata, anche se solo di sfuggita, quel tanto che basta per capire che occorrerà ritornarci, in agosto, con la lavanda in festa, a visitare la natura nel suo splendore e ad approfittare delle sue acque termali.
In ogni caso il percorso del treno è di per sé straordinario. Se la prima parte fino a Entrevaux era caratterizzata da strette gole rocciose scavate dal fiume Var , questo secondo tratto è un viaggio tra i boschi e le piane montane, che, sotrattutto in questa stagione, esplodono di colori davvero sorprendenti.
Digne si trova a 600 metri slm, ma l'arietta è quella di montagna, fa davvero fresco (i 17°C che ci aspettano, la sera a Nizza ci danno la misura di quanto in fretta si fa ad abituarsi ai climi miti), e soprattutto in questa stagione c'è poco di aperto, compresi i musei.
Sorge all'incrocio tra tre valli, una delle quali percorsa dalla Bléone e possiede un interessante patrimonio storico tra cui spiccano la Cattedrale Notre-Dame-du-Bourg (IX-XIII sec) e la Cattedrale Saint-Jérome (XV-XVI sec). Diede i i natali a Pierre Gassendi, matematico e filosofo del '600, cui sono dedicati la via principale e la piazza centrale della cittadina.
Al ritorno si fa tappa ad Entrevaux, ad ammirare il castello e il borgo
e soprattutto a salutare i gatti.
(e anche stavolta, niente secca)
Or - 12.11.11, Nice
11/12/2011
Bisogna fare il passo secondo la gamba
Rosso di sera bel tempo si spera
Domani è un altro giorno si vedrà
Ho finito i proverbi, anzi no, ne ho ancora uno, giusto giusto per oggi, festa della Liberazione:
Tutti i nodi vengono al pettine
(anche se hai i capelli finti)
(io qualche giorno fa me li sono tagliati - nodi compresi)
Cagnes-sur-mer 11.11.11
11/11/2011
11.11.11
Chissà per quale motivo il risultato di una convenzione creata dall'uomo, senza alcun valore assoluto né alcun significato intrinseco, riesce a stuzzicare l'immaginazione anche dei meno superstiziosi.
Credo dipenda dal desiderio che ognuno ha di sentirsi vivere un momento unico: se l'unicità non si riesce a trovarla in altro modo va bene anche quella data dalla sequenza di sei uno messi in fila sulla pagina del calendario di oggi.
In ogni caso oggi, 11 novembre, in Francia si celebra l'anniversario dell'armistizio della prima guerra mondiale ed è quindi un giorno di festa. Un buon inizio per cercare di vivere qualche momento unico.
Oggi è anche San Martino, giorno famoso per la nebbia agli irti colli, ma ache per la ricorrente estate di San Martino che così spesso in questa stagione torna a scaldare le giornate autunnali.
Vuole la leggenda che questo periodo di clima mite sia la ricompensa per il dono da parte del santo di metà del suo mantello a un mendicante nudo e infreddolito.
E in effetti oggi a Cagnes non c'erano molte persone infreddolite, visto che nelle ore centrali si poteva tranquillamente prendere il sole in spiaggia.
Un secondo buon motivo per provare ad assaporare qualche momento unico.
(mi sono addormentata mentre prendevo il sole, quindi credo di essermene persa parecchi, di quei momenti... )
Questa parte del litorale, recentemente valorizzata con eleganti strutture in legno che fungono da ristoranti affacciati direttamente sulla spiaggia, è stata devastata nei giorni scorsi dai coups de mer che si sono abbattuti qui più forte che altrove, nella regione.
Tutto è tornato a posto, quel momento è passato.
E presto passerà anche questo oggi un po' speciale come tanti altri.
(ok, sono le 11.04 pm, aspetterò dunque qualche minuto prima di pubblicare il post, perché io non sono affatto superstiziosa, ma adoro le simmetrie!)
Ma allora esiste!!!!!!!!!!!!
11/09/2011
Si narra che sulla collina des Baumettes, a Nizza, lungo la strada che da Grosso porta a Fitnessland viva un essere mitologico ibrido. A suo confronto le sirene e i minotauri perdono ogni apparenza fantastica, Medusa acquisisce verosimiglianza e Cerbero diventa l'archetipo del peluche da regalare ad ogni bambino.
Nessuno ha mai visto prima d'ora questo essere leggendario, composto per metà da uno Ziggy (di cui possiede la pelliccia) e per metà da una Mitzi (della quale possiede la faccia -di bronzo-). O meglio, nessuno, prima di questa mattina....
Ebbene sì, ora ne ho le prove! Lo ZITZI esiste per davvero!
Eccone una ricostruzione effettuata con le più moderne tecnologie a nostra disposizione:
Ed ecco la foto presa stamani mentre dormiva (toh!) sul tetto di una macchina:
Dopo essere stato disturbato mi ha detto "cooooosa vuoi???" a riprova che era lui.... cioè era lei..... insomma che era esso per davvero!!!!!
Passaggio a Fréjus
11/06/2011
Fréjus deve il suo nome al latino Forum Julii. Fondata da Giulio Cesare prima del 49 a.C per opporsi allo straporere di Massilia divenne poi colonia di Augusto per accogliere i veterani, in seguito subì un declino fino alla costituzione del vescovado nel IV secolo, il secondo dopo quello di Lione: nel 400 San Leonzio regnava, in quanto vicario apostolico, su gran parte della Provenza.
Nonostante ciò l'insabbiamento del porto di Fréjus portò al declino della città che fu distrutta a più riprese da longobardi sassoni e soprattutto dai saraceni, che se ne imapdronirono nel IX secolo.
Nel X sec si cominciò a fortificare la città e a costruire la cattedrale di St-Léonce.
Nuove invasioni di pirati barbareschi e varie ondate di peste minacciano la città nel XV secolo, durante il quale il vescovado di Fréjus perde sempre più potere rispetto al re di Francia.
Lungo le strade e nei monumenti di questa cittadina provenzale si possono ripercorrere un po' tutte le tappe di questa storia antica e travagliata.
Sopra: torrione di difesa del palazzo episcopale (dove oggi ha sede la Mairie)
Sotto: vedi didascalie (leggibili appoggiando il puntatore del mouse sull'immagine)
Il gruppo episcolpale comprende il palazzo dei Vescovi, la Cathédrale di St-Léonce, cominciata nell'XI-XII sec, il Battistero, importantissimo, in quanto uno tra i più antichi monumenti della Gallia cristiana (V secolo) e il Chiostro.
La Cattedrale era in epoca medievale costituita da due chiese contigue, secondo un modello diffuso (presente ad Aix e a Apt, per esempio). L'edificio attuale mostra infatti due navate parallele e comunicanti: la grande consacrata alla Vergine e a San Leonzio e la piccola a nord dedicata a Santo Stefano.
Il portale in stile gotico che oggi si apre sulla piazza è di epoca rinascimentale, prima i fedeli passavano dal chiostro per entrare nella chiesa. Le ante in noce scolpite nel 1530 raffigurano scene della vita della Vergine e dei Santi Pietro e Paolo, nonché ritratti di nobili dell'epoca che pagavano per esservi rappresentati.
Il Battistero, costruito nel V secolo, è decorato da capitelli del II e IV sec. probabilmente recuperati dalle rovine antiche della città. A pianta ottagonale, è l'unico presente in Francia separato dalla chiesa cui è annesso.
Vi vengono ancora oggi effettuati i battesimi, in molti casi per immersione, secondo il rito del sacramento originale.
Il Chiostro, costruito tra il XII e il XIII secolo, fungeva, oltre che da luogo di preghiera e meditazione, anche da passaggio tra le varie costruzioni e da accesso alla chiesa di St-Etienne. Nel XIV secolo fu costruito un piano superiore, il cui peso era però troppo elevato e le antiche volte dovettero allora essere sostituite da travi in legno. Il controsoffitto che le ricopre è decorato da tavolette dipinte disposte su tre livelli; delle 1200 originarie ne sono ancora riconoscibili circa 300, raffiguranti imamgini di santi o demoni, arti e mestieri e un singolare bestiario di animali fantastici.
Del periodo romano restano a Fréjus molte vestigia, anche se il loro stato di conservazione ha risentito in modo pesante delle distruzioni operate dai Saraceni. Ciononostante appena fuori dal centro appaiono in tutta la loro monumentalità i resti dell'acquedotto romano: con un percorso di circa 40 km da Mons e Montauroux, esso portava le acque della Foux e della Saignole fino al punto più alto di Fréjus.
Pochi i resti anche del teatro romano, di cui non si conosce la data precisa di costruzione (I sec. d.C.): le gradinate sono completamente sparite, ma il coro, la cavea e le strutture portanti della scena sono ancora riconoscibili.
Una struttura metallica è stata sovrapposta alle rovine antiche per permettere l'esecuzione di spettacoli in quest'area che già in epoca romana era preposta allo stesso scopo.
Se questa scelta appare discutibile, essa diventa, a mio parere ben poca cosa, di fronte all'opera di "recupero" che dal 2007 è in atto laddove sorgevano le vestigia dell'anfiteatro.
Il progetto di far ritornare Les Arènes di Fréjus ad essere nuovamente un luogo per rappresentazioni e spettacoli, prevedeva programmaticamente la sovrapposizione di una struttura moderna che lasciasse però intatti i preziosi resti antichi.
Francamente, vedendo una tale quantità di cemento affiancare e ricoprire le antiche pietre è davvero difficile credere che in questo modo si possa rispettare la storia da esse rappresentata.
Peccato, dopo aver visto tante cose belle, aver dovuto lasciare la cittadina con quest'ultima sensazione sgradevole.
Autunno
11/02/2011
Cap d'Antibes, Plage de la Garoupe, 2 novembre 2011.
ore 15, 19*C.
Il mare ha ripreso possesso della spiaggia ricoprendola di alghe.
I bambini continuano a giocare.