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August 2010

Eze Village

Questo sito incredibile fa parte del comune di Eze, straoridnario già nella sua estensione dai 0 metri slm di Eze-bord-de-mer ai quasi 700 del Fort de la Revère sulla Grande Corniche.
A metà strada tra il mare e il cielo si trova il villaggio medievale (429 metri slm), arroccato su uno sperone roccioso; visto da lontano sembra quasi mantenersi in equilibrio precario sopra il mare.

Il nome potrebbe derivare dal porto romano di Avisio, oppure, come riporta la tradizione orale, dalla dea Iside (Isis) che i Fenici vi avrebbero adorato.
La sua posizione ne fa per natura un avamposto difensivo. Dal medioevo è un'importante roccaforte dei conti di Savoia contro la Francia. Nel 1543 la flotta turca si impadronisce del villaggio e nel 1706 Luigi XIV ne ordina la distruzione.
Al villaggio storico si accede attraverso la Poterne, l'ingresso principale, e si è subito immersi in un'atmosfera che parla di storie passate.
Numerose personalità hanno amato questo luogo, come Nietzsche (che vi ha portato a termine Così parlò Zarathustra) o Zlatko Balokovic, il celebre violinista che leggenda narra sia stato guidato da una capra dal vello dorato verso un insieme di abitazioni che egli poi restaurò nel 1923 chiamandole "La chèvre d'or".

olivoscacchiarchi
le troubadourscalapiazzetta
pietre antichescorciocampanile
passaggiorossopassaggio
stradine ombrosefinestrale nid d'aigle
art
galleriaarcopietre e sole

Nel 1923 vi acquistò una residenza anche il principe Guglielmo di Svezia, il château Eza.

pietrechâteau de sarrazinsruelle

La vegetazione nel villaggio è davvero lussureggiante, non c'è stradina dove non si sia al riparo di chiome ombrose, si senta il profumo delle foglie di fico o si vedano scintillare corolle colorate.
 

Le pont du diable, costruito tra il 1911 e il 1914 e alto 80 metri, ha permesso il completamento della moyenne corniche nel 27. La leggenda però dice che la sua costruzione sarebbe avvenuta nel corso di una sola notte con l'aiuto del re delle tenebre.
E il diavolo è protagonista di numerose leggende del luogo (compresa quella per cui il golfo di mare sotto ad Eze non porterebbe alcun nome proprio per volere del demonio), che parlano di streghe e narrano storie dai tragici epiloghi, come ogni favola medievale che si rispetti.
 

 


La Moyenne Corniche

Costruita tra il 1919 e il 1928 la Moyene Corniche si estende da Nizza a Menton.
Meno sinuosa e più corta della Haute Corniche, attraversa il villaggio di Èze, passa attorno alla cima chiamata Tête de Chien e sovrasta Monaco per ricongiungersi alla Basse Corniche a livello di Cap Martin.
Si imbocca appena usciti dalla zona del porto di Nizza e i panorami che regala sono davvero mozzafiato.


Le Pilou

Si tratta di un gioco tipicamente nizzardo, molto popolare nel dopoguerra, ma che sta conoscendo un nuovo interesse.
E' al tempo stesso un gioco di calcio e di volano in cui i partecipanti devono colpire con i piedi il pilou, costituito da una moneta forata in cui è inserito un pezzo di tessuto, una velina o una plastica sottile.
Il nome (pilo in nizzardo) deriva da "pile",� una delle facce della moneta, a sua volta derivato dal latino pila, l'attrezzo con il quale si imprimeva il valore della moneta dietro al ritratto dell'imperatore.
Il pilou è realizzato generalmente a partire dalla moneta da 25 centesimi, che essendo più pesante vola meglio, anche se ai giorni nostri spesso si preferisce quella da 10 centesimi che fa meno male quando colpita.

La partita si gioca su un campo formato da una croce che separa quattro aree, in ognuna delle quali è disegnato un cerchio. Due squadre di due giocatori disposti in diagonale si affrontano cercando di far cadere il pilou nel cechio di un avversario. Il primo lancio è fatto a mano, ma in seguito il volano va colpito con il piede o il ginocchio. L'avversario non può lasciare la sua area a meno che non l'abbia già fatto l'attaccante e cercherà di far cadere il pilou nella sua area (fuori da cerchio) per prendere la mano del gioco.

Nasce nel dopoguerra come gioco da ragazzini, fatto per strada nei quartieri popolari ma conosce un certo successo fino agli anni 60. Appare persino in alcune scene del film di Alfred Hitchock To catch a thief, ambientato a Nizza.
Oggi ha ripreso nuova vita, sulla scia dell'idea di ridare vita all'identità nizzarda: Dal 1987 a Coaraze, un villaggio dell'entroterra, hanno luogo i Campionati Mondiali di Pilou.

 


 

Uno Stade de Pilou è disegnato sulla promenade des Anglais, proprio sotto casa nostra.

Singolare averne immortalato dei giocatori proprio qualche giorno prima che una cliente ci regalasse quella moneta forata da dieci centesimi, raccontandocene l'utilizzo e raccomandandosi di conservarla come portafortuna.....


La nuit des DJ à Cagnes-sur-mer

Sabato sera la promenade bord de mer di Cagnes si è trasformata in una grande discoteca a cielo aperto con il lungomare chiuso completamente al traffico occupato da 4 palchi a tema musicale diverso dai quali numerosi dj hanno regalato musica e divertimento ai partecipanti alla serata.
Certo, prima di scatenarsi occorre fare il pieno di energie:

 

ma poi si lascia fare alla musica

 

dj
schiumalucidanze

lei sa sempre da dove si passa per toccare il cuore

 


Passeggiata serale (a Cagnes-sur-mer)

O meglio, a Cros-de-Cagnes, il quartiere dei pescatori italiani installatisi nel XIX secolo attorno alla chiesa di Saint-Pierre.
La passeggiata inizia qui, al porto di pescatori che si trova all'estremità orientale della cittadina. 

portocatamaraniancore

prosegue poi lungo la spiaggia: 3,5 sono i km che affiancano la bella promenade sul mare.
 

seraspiaggiabarca

Il vecchio villaggio di pescatori ha mantenuto il fascino del passato con le sue stradine strette, le case colorate e i mercati all'aperto.

 

chiesacros de cagnescros de cagnes

Il cielo si tinge di rosa mentre si accendono le luci della sera e della festa che sta per cominciare....

leccornieluciluna

La luna, splendida, aspetta
anche lei.

 

 


Navi

E' il caso di parlare di uno dei motivi che ci ha portato a fare la nostra vacanza proprio in Corsica: il traghetto, o più elegantemente il ferry boat o più semplicemente la nave tout court.
L'importante non è la sua rotta, anche se forse quella perfetta esiste (sebbene mi sia convinta ormai che non sia raggiungibile con la mia bussola), ma il fatto che con essa si solcano le acque, che il viaggio è più lungo e spesso disagevole, che quando ci si avvicina alla meta la si vede da lontano come un miraggio e quando la si raggiunge si ha l'impressione di averla un po' conquistata.

Lascio a chi è più esperto di me il compito di parlare più diffusamente delle navi fotografate qui sotto, anzi spero proprio che lo faccia, visto che mi ha mostrato delle foto davvero sorprendenti delle due gemelle Regina e Victoria tagliate in due durante i lavori di ristrutturazione.
Si tratta di due vecchie navi del 1972 che pur essendo state rimaneggiate e rinnovate conservano ancora l'aspetto e la concezione delle navi di qualche decennio fa.
La tendenza infatti (che sembra essersi diffusa anche per i traghetti lacustri con gli esempi recenti dell'Orione e dell'Andromeda, rispettivamente sul Lario e sul Benaco) è quella di costruire navi sempre più chiuse, in cui gli spazi aperti sul mare sono praticamente inesistenti.

La cosa appare piuttosto evidente confrontando la moderna e senz'altro più lussuosa Napoléon Bonaparte con la vecchia Regina. Io ho pochi dubbi su dove sarebbe per me più affascinante navigare, ma forse sono condizionata dal ricordo del piccolo motoscafo di mio papà sul quale si era a contatto con l'aria e gli spruzzi delle onde del lago.

Anche la Mega Express V su cui abbiamo fatto entrambe le traversate faceva parte di questa più moderna categoria: un palazzone di sei piani dal quale era quasi impossibile vedere le acque del mare, pur avendo spazi addirittura eccedenti le necessità dei 2000 passeggeri che può ospitare.

barmega express vpoltrone
ristorantecabinecabina
restano un paio di piccoli ponti e il solarium attorno alla piscina.

(il sole l'ho preso ugualmente)