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August 2009

Un altro passo....

Non si tratta dell'incedere incerto di chi sta imparando appena a muoversi, e nemmeno dell'avanzata lungo qualche percorso iniziatico.... Si tratta del passo Gavia, che collega ponte di Legno con la Valfurva.
Spettacolare la stretta strada che sale fino ad oltre 2500 metri di quota!

L'impressione è proprio quella di salire in cielo... e infatti ad un certo punto siamo sbucati proprio in mezzo alle nuvole!

C'era un po' di traffico, ma ormai quello siamo abituati a trovarlo ovunque...

muccatrafficoin colonna

ln compenso lo spettacolo che ci aspettava lassù era davvero mozzafiato!

gaviamontipasso gavia

Siamo nel parco nazionale dello Stelvio e i ghiacci perrenni ci osservano facendoci quasi gli sberleffi!

 

 

ghiaccichiesinagavia

 

 

 


Ponte di Legno

Ultimo comune della Valcamonica, Ponte di Legno è collegato, attraverso il passo del Tonale alla provincia di Trento.
Mi piace quando le cose ritornano. Mi piace pensare che i passi montani siano dei traits-d'union, come i traghetti del Benaco e del Lario che portano il loro stesso nome.
Mi piace anche ritornare nei posti dove sono stata bene, come a Ponte di Legno dove eravamo stati un paio di anni fa, quella volta sulla neve.
Stavolta, anziché bianche distese innevate, ci hanno accolto prati verdi e mucche al pascolo, ma il paesaggio montano è ugualmente fantastico.

Dal paese si può ammirare per intero il gruppo del Catellaccio, costituito dall'omonimo monte, dalla cima Lagoscuro, dalla cima Payer e dalla cima Venezia. In Valbione si trova un laghetto per la pesca sportiva di trote e un campo da golf a nove buche.

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Ponte di Legno è un paesino davvero caratteristico, percorso com'è dai torrenti Narcanello e Frigidolfo che proprio qui si incontrano dando vita al fiume Oglio.
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gatto camunofontetorrente

 

L'aria era fresca, ma l'accoglienza è stata calda, come lo sanno essere le architetture montane, i camini ancorché addormentati, la luce che si riflette sui rivestimenti in legno e i sapori semplici e intensi della tradizione.
 

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Grazie della bella ospitalità all'Hotel Bellavista e a Radio Numberone!

 

 

 


La notte di fiaba è la notte di fiaba

Tutte le informazioni relative all'evento che quest'anno si svolgerà dal 27 al 30 agosto le trovate qui.

Ed è uno spettacolo davvero favoloso quello che ha luogo a Riva del Garda nel cuore dell'estate.
A dire il vero è difficile spiegare perché la Notte di Fiaba sappia stregare così profondamente chi la aspetta tutti gli anni come un appuntamento cui non si può assolutamente non presenziare. Un fatto è certo: alla notte di fiaba bisogna
esserci: nella folla sciamante sui lungolago, nei locali chiassosi, tra le bancarelle allestite per l'occasione. Alla notte di Fiaba vanno proprio tutti.
Certo ci sono delle ragioni più che evidenti: il fascino dello spettacolo dei fuochi sul lago, l'emozione delle ultime sere d'estate da godere fino in fondo, la folla colorata, i ragazzini in uscita notturna, i giochi, la musica, ma non c'è solo questo.... La notte di fiaba ha qualcosa che la rende unica: la capacità di farti tornare bambino. E' un po' quello che accade a Disney World: i ricordi si mischiano alle emozioni presenti e ti sorprendi a commuoverti nel vedere il tuo riflesso negli occhi di un pupazzo...
Per questo mi è piaciuto ripercorrere le principali tappe evolutive della Notte di Fiaba attraverso l'esposizione fotografica che è stata allestita nella centrale via Roma: la sua storia è un po' la storia dell'infanzia e dell'adolescenza di chi come me ha sempre atteso il magico evento come la festa dell'estate per eccellenza.
La manifestazione (la cui prima edizione risale al 13 settembre 1950) nasce con l'intento di allungare verso il mese di settembre la stagione turistica che allora non era ancora aperta al turismo di massa. L'idea di organizzare una sorta di carnevale estivo con tanto di zatteroni allegorici risultò da subito vincente. Dalla seconda edizione venne aggiunto lo spettacolo di fuochi pirotecnici, che ancora oggi è quello di maggior richiamo: la magia dei giochi di colore e di luce sullo specchio del lago, assieme all'eco dei botti sulla Rocchetta lascia ogni volta lo spettatore ammutolito dallo stupore.

Io non posso avere memoria delle prime edizioni, che vennero interrotte nel 1963 a causa delle difficoltà finanziarie, ma ricordo bene quelle successive. Le sfilate riprendono infatti a partire dal 1982 e in questi anni mio papà, ancora attivo nel suo lavoro di motoscafista turistico sull'alto Garda, organizzava per l'occasione gite speciali per assistere alla sfilata e ai fuochi direttamente dall'acqua. La magia del lago decorato da decine e decine di natanti addobbati con mille luci, lo spettacolo dei barconi allegorici e la meraviglia dei fuochi pirotecnici sono ricordi davvero indeldebili.


Questo fino al 1987, quando la manifestazione viene di nuovo interrotta per riprendere solo nel 1993, sotto una  nuova veste. Abbandonata la sfilata degli zatteroni, resa difficoltosa dalle nuove norme di sicurezza, si sceglie di dare una veste medievale alla festa, con rievocazioni di battaglie storiche.
Nel 1999 un ulteriore evoluzione: da quel momento la fiaba diventa favola.
 

La festa diventa occasione di diversi spettacoli e ogni anno viene affrontato un nuovo racconto:  Alice, Peter Pan, Mary Poppins, Pinocchio, Biancaneve, Il mago di Oz, Il libro della giungla, Ali Babà, Pippi Calzelunghe, La spada nella roccia.
Quest'anno è la volta di Hansel e Gretel. E come l'anno scorso io non ci sarò.
Queste immagini mi avevano consolato allora; spero che altre simili mi permettano anche quest'anno di partecipare, anche se da lontano, alla magia che sempre si rinnova....

 

 


Appunti per un itinerario attraverso la Florida

Tempo fa qualcuno mi aveva suggerito di redigere un itinerario del nostro viaggio attraverso la Florida e credo che sia arrivato il momento di seguire il prezioso consiglio.
Innanzitutto perché mi accorgo che anche se i ricordi sono ancora freschissimi, la memoria tende ad offuscarsi facilmente e urge fissare i dettagli relativi ai posti dove ci siamo fermati e trovati bene. Ma anche per dare uno spunto a chi un domani volesse ripertere un percorso simile.
Siamo partiti da Miami -South Beach per la precisione- che merita un soggiorno di qualche giorno, per poter godere del suo mare, visitare l'Art Déco District e cominciare ad esplorare i dintorni. Nel nostro caso il parco nazionale di Key Biscayne e i quartieri di Miami, tra i quali merita senz'altro una visita Little Havana: chi ama il caffè non può mancare di gustarne uno vero cubano in Calle Ocho!
Da lì abbiamo cominciato a spostarci per la Florida, cominciando dalle bellezze naturali degli Everglades. Prima lungo la US 41, che li costeggia a nord:

per poi passare direttamente nel loro cuore, attraversandoli lungo la strada da Homestead verso Flamingo

La prima direttrice del viaggio ci ha condotto a sud, nelle Florida Keys, la cui scoperta necessita di almeno un paio di fermate. Noi abbiamo scelto di fare un'escursione in mare a Key Largo, una sosta a Marathon (degni di nota la deliziosa Sombrero beach e, per la cena, The Island fish co.). Un'altra sosta al Bahia Honda State Park e infine quella per gustare il tramonto (e il margarita) a Key West.
Ma una delle tappe più belle è stata senz'altro quella a Islamorada dove la fantastica Anne's beach e il molo del Robbie's marina, col suo ristorante e i suoi tarponi, ci hanno davvero incantato!

Di ritorno a Miami ci siamo poi diretti a nord, verso la Gold Coast. Qui, mentre abbiamo trovato piuttosto freddi i regni del lusso di Palm Beach e Fort Lauderdale, ci siamo trovati bene nel colore più popolare di Hollywood, dove l'Angel Fish Inn ci ha accolto con tanto di "servizio gatto" in camera e abbiamo potuto gustare un'ottima cena greca sul lungo-oceano.

Ancora a nord: facciamo tappa a Cocoa beach, per visitare il vicino Kennedy Space Center e in seguito ci fermiamo qualche giorno a Daytona Beach, per godere sia della splendida spiaggia, sia dell'esperienza "interattiva" con la sua speedway, che dei dintorni: bello il parco di Ponce Inlet col suo faro!

Da lì il trasferimento a Orlando è breve: Walt Disney World forse avrebbe meritato una visita di due giorni, soprattutto per riuscire ad assistere allo spettacolo dei fuochi artificiali di chiusura, che invece ci siamo persi....

....ma noi puntavamo a nord, nel Panhandle, quindi ci siamo diretti prima a Cedar Key, piccolo paradiso di tranquillità, dove però si fa un po' fatica a trovare alloggio: pochi gli hotel economici, anche perché l'offerta è decisamente di livello alto: suggestivo l'albergo in legno sui trampoli e la nostra camera soppalcata con affaccio direttamente sul mare!

per passare poi da Tallahassee, la capitale della Florida, ma soprattutto dalle magiche sorgenti di Wakulla Springs:

Il Panhandle è composto da aree molto diverse per vocazione turistica e... anche per fuso orario! Può essere utile sapere che a Panama City si devono tirare indietro le lancette di un'ora... In compenso qui non si hanno problemi: ci sono alberghi e ristoranti di ogni tipo (consigliato lo Sharky's, direttamente sulla spiaggia); mentre invece bisogna arrivare per tempo nella sonnacchiosa Apalachicola, regno dell'ostrica, se si vuole trovare alloggio e cenare: dopo le 21 i pochi ristoranti chiudono! Questo è stato anche l'unico posto della Florida dove non abbiamo trovato la rete wifi, che è offerta come servizio gratuito praticamente ovunque, anche nei motel più economici.�
Le lussuose località della Forgotten Coast dopo Panama City invece non offrono alcuna accoglienza per i non residenti: bellissime e curatissime sono praticamente prive di resort e ristoranti!
Il punto più occidentale che abbiamo raggiunto è stato il Grayton Beach state park, che merita un'intera giornata sulle sue sabbie bianche e nelle sue acque cristalline.

Bisogna calcolare una giornata di trasferimento per raggiungere poi Tampa, della quale abbiamo visto solo i Busch Gardens. La cena nel villaggio greco di Tarpon Springs, appena a nord della città è consigliatissima per chiunque, dopo almeno due settimane negli USA, voglia finalmente assaporare dei cibi conditi con un ottimo olio e sorbire un eccellente vino greco!

Continua la discesa verso sud: ormai l'impressione del ritorno a casa è molto intensa.
Passiamo da Venice, che in estate però è "chiusa per bassa stagione" e ci fermiamo invece nella vivacissima Fort Myers beach, dove due giorni di mare ci regalano l'ultimo scampolo di vacanza.�

Sono in arrivo numerosi T-Storm sul Golfo del Messico, ma noi torniamo al punto di partenza: a South Beach l'ultimo mare ha qualcosa di malinconico, ma il cielo che ci saluta è ancora sereno.

(the end)



Sulle strade della Florida

Tre settimane per le strade della Florida. Tre settimane a percorrere nastri d'asfalto lunghissimi, larghissimi e drittissimi. Già, perché negli Stati Uniti è tutto "issimo" come la tazza da 16 oz del caffé "small", come la birra piccola, come la confezione del latte, quella del Nescafé e persino quella della Purina per le Mitzi americane.
E grandissima è anche la sensazione di libertà che deriva dal viaggiare su queste strade.
Sarà perché il traffico è praticamente inesistente, sarà perché lo sguardo si può perdere così spesso in un punto indefinito all'orizzonte o forse solo perché la musica che ti accompagna ha quasi sempre nel cuore una sorta di aspirazione al volo, che sia nell'energia rauca di un rock, nel canto ritmato di un cow boy o nelle note malinconiche del blues.
Il viaggio è stato una parte consistente della nostra vacanza: 2578 miglia, pari a 4148 km, sono un sacco di ore trascorse dietro un parabrezza che a volte si trasforma in uno specchio del mondo molto eloquente.

Strade che diventano ponti
Le strade in Florida si fanno quasi sempre ponti.
Qui la terra e l'acqua si mescolano talmente a fondo da rendere spesso difficoltoso riuscire a distinguerle: prati d'erba che in realtà sono distese d'acqua, isole inanellate a formare collane galleggianti, lingue di mare che dividono lembi di terra, fiumi tanto larghi da sembrare laghi. Il ponte non può che essere dunque che la strada per eccellenza.  
Ma la strada in fondo è sempre un ponte, il collegamento fisico tra due punti lontani nello spazio, la linea (non sempre la più breve) che si segue per raggiungere la meta.
Si può dire che la Florida stessa sia una sorta di ponte, una penisola che si allunga verso i Caraibi, una voglia sempre più intensa di sud che riesce infine a concretizzarsi quando la US1 si tuffa nel mare a Key West. E i suoi ponti sono la sua aspirazione al mare: ponti che si inarcano verso il cielo, ponti che si aprono, ponti che finiscono nel vuoto, ponti che si intrecciano, ponti che uniscono,
sempre.

pontiponteponte

Bisonti della strada
Se le strade sono spesso grandiose, non si può dire che non lo siano i loro abitanti: trucks, pick up e motorhouse che, in una specie di mondo alla rovescia, trainano grosse vetture per permettere agli occupanti di muoversi agevolmente una volta arrivati a destinazione.
Le utilitarie sono le nostre berline a tre volumi, che, quando non sono anonime come quelle che si prendono a noleggio, hanno sempre qualcosa di tamarro nell'assetto e nel colore: non si può certo dire che l'automobile qui non abbia personalità!

Fortunatamente c'è una presenza rassicurante che non smette mai di vagare attraverso città, paesi, boschi e prati: il camion della coca cola è ovunque! Sempre in moto perché gli scaffali di bar, negozi e ristoranti non restino mai privi delle scorte del preziosissimo nettare!

Messaggi vaganti
In questo paese si fa la spesa, si pranza, si partecipa alla messa, si va in farmacia, il tutto senza scendere dall'automobile. Persino il tramonto è diventato uno spettacolo cui assistere su un sedile smangiucchiando pizza & fries!  Ma se si passa così tanto tempo in auto, perché non fare della stessa un mezzo per comunicare qualcosa?
E non è necessario fare come il proprietario di questo camper che ha reso la propria carrozzeria una pagina bianca su cui chiunque può scrivere i propri messaggi al mondo.....

 

.......a volte è sufficiente una targa per dichiarare a tutti ciò che davvero si possiede di importante nella vita:

 


Messaggi per viaggiare
Il segnale stradale più bello non sono riuscita a fotografarlo: crocodile xing, recitava.... e mi sembra che ci fossero anche le strisce pedonali apposite! ...o forse mi confondo con il segnale per il passaggio delle biciclette???
In ogni caso la fauna che si può incontrare è tale e tanta che cartelli di questo genere non sono affatto rari.

Ma bisogna prestare attenzione anche ad altre presenze che si potrebbero incrociare: in genere seguono delle corsie preferenziali, ma non si sa mai....

Pronti a tutto
Su queste strade bisogna essere pronti a tutto: a trovarsi di fronte ad una costruzione con le fondamenta all'aria, a una nave ancorata proprio in mezzo alla biforcazione tra due importanti assi di scorrimento, persino alla pubblicità di un negozio di indispensabili articoli per il surf che si trova a più di 300 km di distanza!

 

Pronti a tutto, ma non alle curve: dritte. Queste strade sono dritte. Si incrociano quasi sempre ad angolo retto e non conoscono il fascino sinuoso della rotatoria, col risultato che puoi trovarti d'un tratto in questa situazione:

Questi 18 semafori danno un'idea di come a volte sia difficile districarsi nel singolare sistema di precedenze americano che, anziché seguire una regola facilmente identificabile (come la nostra precedenza a destra), preferisce affidarsi alla "buona creanza" di cedere il passo a chi è arrivato prima!

 

Alla ricerca della strada perduta
Non sempre è stato facile racapezzarsi nell'intricato sistema di segnalazione delle strade americane. Soprattutto nelle città, dove spesso si susseguono reticoli di strade le une uguali alle altre, indicate, anziché con nomi facilmente memorizzabili, da anonime cifre precedute da enigmatici N,S,E,W (enigmatici perché sembravano assolutamente avulsi dai punti cardinali corrispondenti) e da meno enigmatiche ma altrettanto confuse Str, Ave, Blvd.
Dunque, spesso non è stato semplice seguire le poche indicazioni a nostra disposizione. Così a volte abbiamo pensato di aver perso la bussola....


Fortunatamente alla fine abbiamo trovato la nostra strada.
Si dice "vedi Napoli e poi muori", ma nel nostro caso, dopo Naples, c'era Marco.

Che stupida! come ho fatto a non capirlo? In fondo c'è sempre stato.
Forse siamo arrivati.