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August 2008

Narbonne

Il centro della città è dominato dall'imponente palazzo neogotico dell'antico Arcivescovado, oggi Hôtel de Ville, rifatto da Viollet le Duc nel 1840. Del XIII-XIV sec sono le tre torri quadrate che rinserrano la facciata.

Al centro della piazza si apre un varco sull'antica Via Domitia, la cui costruzione fu decisa nel 118 a. C. dal senato romano per collegare il Rodano ai Pirenei.

 

La cattedrale di St-Just è una costruzione gotica iniziata nel 1272 e interrotta nel 1354; Cinta da contrafforti e da arditi archi rampanti, dopo l'innalzamento del coro e delle 13 cappelle poligonali, la sua costruzione fu interrotta a causa delle dimensioni spropositate che avrebbe raggiunto: la navata si sarebbe estesa ben oltre le mura cittadine, che avrebbero dovuto essere per questo abbatutte.
 

 

cielotorrinavata
Al suo interno vetrate trecentesche e arazzi dei sec XVII-XIX.
vetratearazzoorgano

Il Canal de la Robine fiancheggiato da ombrosi platani e con piacevoli passeggiate, divide in due la città.

 

 


10 anni dopo

Quando ieri pomeriggio ho imboccato la curva che dal lungosarca porta alla spiaggia del lido blu mi sono chiesta istintivamente cosa avrei trovato. Subito si sono accalcati nei corridoi della memoria tutti i ricordi di tante estati passate; era qualche anno che non frequentavo più quella spiaggia: da essa si erano dipartiti i sentieri, le autostrade, i lungolaghi e le passeggiate che ognuno dei vecchi amici aveva deciso di imboccare, inseguendo una vita che per pochi di noi è stata in effetti come ce la si sarebbe aspettata. Insomma, pronta a trovarla assai diversa di come l'avevo lasciata, ero già armata di iPod e romanzo d'ordinanza per passare qualche ora su una delle spiagge che maggiormente abitano i miei ricordi. Ecco però che la prima immagine che mi si presenta alla vista è la schiena abbronzata di Cristina, la surfista, a pochi passi dall'inseparabile Enrico; come al solito è occupata nelle sue operazioni di intrattenimento dei vari habitués della spiaggia, mentre aspetta che rinforzi l'òra.
Poco più avanti ecco la bionda Laura, che sfoglia le sue riviste e si beve tutto il sole che può durante la sua pausa pranzo; con lei c'è Michela, che anche quest'anno è tornata alla Riva natìa dalla Milano adottiva; poco dopo giunge anche Irene e un pomeriggio che avevo immaginato solitario si è trasformato in un'inaspettato ritrovo di vecchi amici, quasi per caso ritrovatisi sugli stessi sassi che hanno calcato fino a qualche minuto prima, esattamente dieci anni fa.

Lido Blu, 25 agosto 1998

 

Lido Blu, 23 agosto 2008


Quello che era cambiato di più era il salice, che da sparuto alberello si è trasformato in frondoso ombrellone
Ho scoperto che per quanto ti sforzi di immaginarle diverse, certe cose tendono a rimanere sempre le stesse

 


Prove tecniche....

...di stupidate

 

Premesso che queste sono solo le tre più decenti
Premesso che la macchina fotografica è risultata essere posseduta dallo spirito del direttore (sic!)
Premesso che abbiamo bevuto solo acqua (o quasi)
Premesso che prima o poi riuscirò a capire come funziona la protezione delle foto
Premesso che l'aria trentina si è dimostrata benefica al corpo e allo spirito....
Premesso che anche una certa lombarda non è mica male per entrambi....

Grazie Cris!!!!!!!!!!!!!


 

 


Barcellona, parte terza: La Rambla

Laddove un tempo scorreva un torrentello (in arabo al-raml significa corrente) oggi si assiste al fluire di un fiume di gente: l'ampia strada che unisce placa de Catalunya a Port vell è un corso ininterrotto di genti e di attività...

 

 

la ramblacasa degli ombrellitango
palcoscenico a cielo aperto e salotto cittadino

luogo di scambi, contatti e commerci di varia natura
 
Il mercat de la Boqueria, palazzo modernista di metallo e vetro si erge sul sito di un convento carmelitano fondato nel 1586

 

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l'atmosfera della Rambla è tutta da gustare...  assieme a una dissetante sangria...

 

prima di proseguire sulla Rambla del mar

 

 

 


Barcellona, parte seconda: sotto il cielo catalano

Passeggiare a Barcellona è un tuffo nel colore

nel blu del cielo

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nelle tinte accese e nella luce di case e palazzi

 

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delle strade e delle piazze di gente variopinte

per finire di nuovo nell'azzurro che dal cielo trascolora dolcemente nel mare

 

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per trasformarsi in tutte le sfumature della sera

 

testa di lichtensteintorre de jaume Itorre de jaume I
in cui prendono vita sorprendenti contrasti
 

 

 

(continua......)

 


Barcellona, parte prima: sull'onda di Gaudì

I nostri primi passi a Barcellona seguono il percorso modernista di Gaudì, che si ispira alla Natura nelle forme sinuose, avvolgenti e arrotondate delle sue architetture.

Sagrada Familia:
vera sinfonia architettonica incompiuta, capolavoro dell'architettura modernista; iniziata negli anni '80 dell'800, la sua costruzione prosegue da più di un secolo come succedeva per le grandi cattedrali gotiche cui si ispira.

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Simile all'interno di una splendida grotta la Facciata della Natività doveva essere ancora completata nel 1926, quando Gaudì morì.

 

Parc Güell: il progetto iniziale del mecenate di Gaudì prevedeva la creazione di una città nel verde che avrebbe dovuto ospitare 60 abitazioni per il ceto benestante; oggi di quel progetto resta agli abitanti di Barcellona il parco pubblico più originale e bizzarro al mondo

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Nei padiglioni, nello scalone, nelle panchine del piazzale sovrastante la sala Hipostila dominano le linee curve, gli strati grezzi di ceramica, le decorazioni di rara bellezza.

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Manzana de la discordia: si tratta dell'isolato in cui si trovano Casa Battlò, casa Amatler (in ristrutturazione) e Casa Lleo Morera.
La facciata di Casa Battlò è tutta un'onda e un rflesso, mentre il secondo piano è fronteggiato da quella che sembra essere una serie di caverne in pietra fusa.

Casa Lleo Morera di Domenèch y Montaner è sormontata da splendide merlature; la facciata è mossa da varie sagome sulle finestre e sui balconi sporgenti.


 
La Pedrera: l'edificio con la facciata ondulata venne commissionato nel 1906 dal ricco uomo d'affari Pedro Milà i Camps; la pietra grigia utilizzata per creare la facciata scorre su tutto l'edificio come un onda in continuo movimento;  come alghe trasportate dalle onde, dei drappeggi di ferro battuto formano i balconi

Un'architettura visionaria e suggestiva che è solo l'inizio della nostra tappa in quel di Barcellona...
(continua)

 

 

 


I castelli catari

Il catarismo è una dottrina dualista diffusasi soprattutto tra la metà del XII e la metà del XIII secolo. La base del loro credo risiede nell'esistenza di un duplice pirncipio divino: il Male e il Bene sarebbero due divinità antitetiche e di pari potenza. Il mondo materiale è però opera del pricipio maligno e da questa credenza derivano le pratiche, i riti e le norme di comportamento della loro religione; le stesse che la fecero qualificare come eresia e scatenarono contro di essi le ire del papato: nel 1208 furono oggetto della Crociata contro gli Albigesi, indetta da papa Innocenzo III per abbattere quella che era diventata una vera Chiesa parallela.

Le conseguenze delle loro norme morali sono di ordine teologico, ma anche pratico.
Da un lato rifiutano i sacramenti in quanto somministrati attraverso sostanze materiali, rinnegano la materialità della persona di Gesù e praticano una religione lontana dagli sfarzi di Roma;
Dall'altro tali dottrine li portano per esempio a rifiutare il cibo di origine animale, ma anche a un singolare rapporto con la sfera sessuale: tutto ciò che perpetua il mondo materiale è condannabile e quindi lo è innanzitutto la procreazione; Il sesso è peccato solo quando è fatto per perpetuare la vita, cioè il principio maligno. Per lo stesso motivo la perfezione per un cataro era raggiunta quando si lasciava morire di fame.

In realtà le comunità catare vivevano una vita semplice, autarchica e di estrema collaborazione, la proprietà privata era rifiutata, le donne avevano un ruolo paritetico a quello degli uomini, la gerarchia ecclesiastica era ridotta al minimo: esistevano i credenti e a un livello di coscienza superiore i perfetti; essi facevano capo ai vari vescovi di ogni provincia.

Il catarismo si diffuse al punto da destare grande preoccuazione nel papato che nel 1208 indisse la Crociata contro gli Albigesi, che fu un vero e proprio genocidio, terminando nel 1229 con la sconfitta dei catari, dopo numerose stragi e persecuzioni.

In realtà quelli che sono oggi conosciuti come castelli catari sono ricostruzioni, ampiamente rimaneggiate dalla corona di Francia dopo il 1250 per difendere la zona dei Pirenei dagli attacchi dei regni spagnoli vicini, ma percorrere le strade che portano a quei castelli, che sono stati teatro di una così lunga e feroce lotta, e leggerne le storie ha comunque qualcosa di incredibilmente suggestivo.
Adesso vi porto con me a visitarne qualcuno....


Château de Quéribus

salitastratificazionisala della colonna

E' l'ultimo bastione a cadere nelle mani dei crociati nel 1255; entra a far parte del regno di Francia sotto Luigi XI; nel 1258 la frontiera tra Francia e Spagna viene fissata a sud delle Corbières, nei pressi del castello che diventa fondamentale per la difesa del territorio facente capo a Carcassonne. Interamente ricostruito dai re di Francia, perde il suo interesse strategico nel 1659 con il trattato dei Pirenei, quando questi diventano la frontiera tra Francia e Spagna.

Château de Peyrepertuse
torrea piccobastioni

Guillaume de Peyrepertuse non volle sottomettersi nel corso della crociata e fu scomunicato nel 1224; il castello cadde in mani francesi nel 1240, dopo lo scacco di Carcassonne e diventa fortezza del regno di Francia avanzata sulla frontiera col regno di Aragona.


Château de Villerouge-Termenès

Vi fu messo al rogo Guilhelm Belibaste, ultimo perfetto cataro conosciuto, nel 1321



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Château d'Arques

E' della fine del XIII secolo, ma la regione ha ospitato catari già a partire dalla fine del XII secolo